RASSEGNA STAMPA

LA REPUBBLICA - Inchesta G8 perquisita la redazione di “Gente”

Genova, 17 agosto 2004

Inchesta G8 perquisita la redazione di “Gente”

LA PROCURA di Genova è riuscita nella non facile impresa di mettere d’accordo un po’ tutti, dal ministro leghista Calderoli al deputato verde Cento, appassionatamente insieme nel criticare l’ultima iniziativa che criminalizza i giornalisti. A fare le spese del procuratore aggiunto Gian Carlo Pellegrino, che coordina l’indagine sulle violenze di strada durante il G8, questa volta sono il direttore e un redattore del settimanale Gente: Pellegrino e il pm Anna Canepa li hanno infatti iscritti nel registro degli indagati, ordinando la perquisizione delle abitazioni dei due e naturalmente degli uffici del periodico.
Da quel luglio 2001 era già successo con diversi quotidiani: la novità è che i giornalisti sono addirittura accusati di "ricettazione", per aver ricevuto da una fonte - presumibilmente un pubblico ufficiale - documenti coperti da segreto d’ufficio e inerenti le inchieste sul G8. "Ma noi non abbiamo pubblicato nulla - rispondono gli accusati - e, comunque, se c’è una violazione dei segreti d’uff1cio, perché non se la prendono con il pubblico funzionario?". Attilio Lugli, presidente dell’Ordine dei giornalisti liguri, confessa sconcerto e preoccupazione "di fronte a iniziative dei magistrati che assumono una veste censoria ancor prima che l’opinione pubblica possa venire a sapere qual è stato il grave reato commesso nel nome dell’informazione.
I giornalisti del settimanale hanno soltanto fatto il loro dovere volto a cercare notizie e tutta la documentazione necessaria per la loro verifica. Tutto qui. Piuttosto la domanda che i giornalisti devono porsi (e che attende una rispostaè) come la magistratura sia venuta a sapere di questa attività prima della pubblicazione dell’articolo".