RASSEGNA STAMPA

IL GIORNALE - Niente soldi, Placanica ora dica la verità

Genova, 24 agosto 2006

Niente soldi, Placanica ora dica la verità
Diego Pistacchi

I soldi? Ai Giuliani non interessano. Parola loro. La citazione per danni a Mario Placanica? Sì, è vera, ma era così, tanto per fare, un pro forma per evitare che un domani diventi impossibile cambiare idea e che non si possa più chiedere soldi all'ex carabiniere di leva che sparò in piazza Alimonda. Haidi e Giuliano Giuliani non l'hanno presa bene la notizia, anticipata dal Giornale, che Mario Placanica si è ribellato alla loro raccomandata con la quale gli chiedevano un risarcimento danni per aver ucciso il figlio mentre lo stesso stava cercando di ammazzare lui, lanciadogli contro un estintore. Mario Placanica ha detto ai suoi legali di ribaltare tutto, di chiedere lui i danni ai Giuliani per tutto quello chee ha subito da quel maledetto 20 luglio 2001. Una vita rovinata, un lavoro perso, una famiglia terrorizzata dalle minacce, una pensione di invalidità (ricordo di quella giornata tragica) di 400 euro che non basta a far vivere una famiglia nella quale è appena nato un bimbo.
Haidi e Giuliano Giuliani ora si torano indietro e insistono nel dire che quella citazione per danni serviva solo per non dimenticare tutto. «A Placanica non abbiamo chiesto soldi - ribatte l'aspirante senatrice -. Con la nostra raccomandata abbiamo solo evitato la prescrizione. A noi i soldi non interessano». Ma l'arringa della mamma di Carlo torna a essere un atto di accusa, un comizio che non riconosce neppure quanto appurato dalla magistratura, cioè l'assoluta innocenza dell'ex carabiniere che è stato scagionato prima ancora del processo.
«Placanica dovrebbe smettere di piangere miseria - incalza mamma Haidi - e dire finalmente una parola di verità su quanto avvenuto in piazza Alimonda a Genova nel corso degli scontri durante il G8». Poi va oltre. I soldi magari non le interessano, ma sa fare molto bene i conti in tasca al coetaneo di suo figlio che un tempo il marito Giuliano aveva trovato la forza di definire «la seconda vittima del G8», riconoscendogli l'assoluta innocenza per quanto accaduto e le conseguenze soprattutto psicologiche subite da quella tragedia.
«Placanica non continui a piangere miseria dopo le raccolte di denaro che ci sono state - si spinge ad osservare - perchè se non glieli hanno mangiati tutti gli avvocati, di soldi dovrebbe avercene molti».
Quell'ex carabiniere è davvero un bersaglio soprattutto politico per i genitori di Carlo. «A noi interessa un processo che attribuisca le corrette responsabilità e che risponda ai molti dubbi che nutriamo - insiste Haidi Giuliani dopo aver saputo che Placanica ha deciso di reagire alla loro inizitiva -.
Ci interessa una commissione di inchiesta che attribuisca le responsabilità, non solo per quanto avvenuto in piazza Alimonda, ma in tutte le giornate del G8 di Genova e ci interessa avere la risposta del tribunale di Strasburgo che attendiamo fiduciosi».
La (forse) futura senatrice ha anche una teoria tutta sua a proposito dei motivi che hanno spinto l'Arma dei carabinieri a congedare quel ragazzo che sparò in piazza Alimonda. Una teoria che ovviamente non coincide con quella dell'invalidità riconosciuta al giovane a seguito dello choc subito per aver seppur involontariamente ucciso un coetaneo.
«I carabinieri - ha aggiunto infatti Haidi Giuliani all'agenzia Ansa - lo hanno mandato via il giorno in cui i sostituti procuratori Anna Canepa e Andrea Canciani l'hanno citato come teste nel processo del G8 contro 25 manifestanti. Appena stato citato come teste, è stato gentilmente allontanato, perchè evidentemente giudicato poco affidabile anche dall'Arma». Per i magistrati è innocente e attendibile. Per la mamma di Carlo certamente no. Però questo preferisce farlo dire al comando dei carabinieri, dei quali si sente autorizzata a interpretare il pensiero. Ma guai se qualcuno interpreta la sua raccomandata di richiesta danni a Placanica come il desiderio di avere dei soldi da un ex carabiniere disoccupato e padre di famiglia.