RASSEGNA STAMPA

CORRIERE MERCANTILE - E il G8 torna a dividere la sala rossa

Genova, 15 Novembre 2007

Lungo dibattito, con toni più pacati, in consiglio comunale
E il G8 torna a dividere la sala rossa

Le ferite del G8 si riaprono nella sala rossa di Palazzo Tursi, in vista della manifestazione di sabato, e il consiglio comunale torna a dividersi: con la maggioranza che (quasi tutta) rilancia la richiesta della commissione parlamentare d¹inchiesta sul G8 e il centrodestra che torna a bocciare sia la commissione che il corteo. L¹Unione, però, prova anche a fare un passo avanti e, oltre a lanciare un appello alla non violenza ai partecipanti alla manifestazione di sabato, invita l¹amministrazione a promuovere «un forum sui temi dei diritti, della globalizzazione e della nonviolenza, valorizzando così positivamente l¹elaborazione collettiva che ha preceduto e seguito le giornate del G8 di Genova». E¹ quanto recita la mozione approvata, che ha come primo firmatario Luca Borzani, ulivista di matrice ds. Il documento, però, crea problemi proprio nel gruppo dell¹Ulivo-Pd, perché alcuni ³margheriti² non condividono la richiesta della commissione d¹inchiesta, ribadita nelle premesse. Per superare la frattura e non rischiare la bocciatura del testo si procede, quindi, con un¹operazione ³chirurgica², decidendo di votare la mozione per parti separate: la premessa con il riferimento alla commissione d¹inchiesta viene così approvata con 24 sì e i 18 no della Cdl, i ³margheriti² Marylin Fusco e Gianni Vassallo si astengono, Stefano Anzalone non vota, Vincenzo Vacalebre e Umberto Lo Grasso non sono in aula. Verdetto quasi uguale per la seconda parte della mozione relativa al Forum, a favore della quale votano anche Fusco e Vassallo. Bocciati, invece, anche con il ³no² di Fusco e di Vassallo (gli altri tre ³margheriti² non votano), tre ordini del giorni di An che chiedono di vietare il corteo, di chiedere una cauzione ai manifestanti e di esprimere «solidarietà incondizionata» alle forze dell¹ordine. Il lungo dibattito ³scorre², comunque, con toni più pacati rispetto ad altre volte. La maggioranza insiste sulla necessità della commissione d¹inchiesta per «chiudere le ferite» di Genova individuando le «responsabilità di politiche» di quanto accadde soprattutto alla Diaz e nella caserma di Bolzaneto «perché il G8 ha creato una falla in un Paese che da anni non vedeva una violenza politica di piazza» afferma il capogruppo dell¹Ulivo-Pd, Simone Farello. «Si lasci lavorare la magistratura» si dissocia Anzalone. «La ferita adesso non può essere ricucita perché le posizioni sono inconciliabili e non abbiamo la maturità per fare un dibattito che individui le responsabilità politiche» ribatte il forzista Remo Viazzi. Sul corteo di sabato, tuttavia, le posizioni divergono, com¹è noto, nell¹Unione. «Come Ulivo e Partito democratico non aderiamo perché - spiega Farello - alla base c¹è una critica alla magistratura a cui, invece, noi plaudiamo». Il riferimento è alle condanne richieste per i 25 manifestanti sotto processo e giudicate troppo pesanti dagli organizzatori del corteo. «Le manifestazioni sono tutte legittime finché non interviene qualche fatto illegittimo e i fatti dicono che, dopo il 2001, tutte le manifestazioni del movimento si sono svolte senza incidenti». Al corteo non parteciperà neppure l¹Idv anche se «condividiamo le scelte degli altri» dichiara Manuela Cappello, mentre Bruno Delpino (Pdci) spiega che «noi vogliamo riprenderci la volontà di manifestare, sapendo che la polizia sarà lì per difenderci e non per offenderci». Antonio Bruno (Se-Rc) porta la sua testimonianza di ³manganellato² in piazza Manin nel 2001 e segnala «la situazione paradossale per cui se una persona, sbagliando, sfacia tre vetrine rischia 10 anni di carcere, mentre se uno sfascia tre crani avrà il proprio reato prescritto ed indultato». Ben diverse le valutazioni dell¹opposizione. «Genova ha già pagato un caro prezzo alla violenza dei manifestanti - attacca Gianni Bernabò Brea, di An - Questa manifestazione è un tentativo d¹intimidazione dei magistrati e adesso si aggiunge anche il pericolo della tifoseria violenta. Gli unici a non accorgersi dei rischi sono Prefetto e Sindaco. La Vincenzi ha sempre protetto i no global e ci stupisce che non sia al corteo con la bandiera rossa». Per Raffaella Della Bianca (Fi) «Genova non merita di avere tutti gli anni questo tipo di manifestazioni e sono preoccupata che alcuni assessori a titolo personale partecipino». «Questa è una manifestazione contro lo Stato» afferma Franco De Benedectis (lista Biasotti), mentre per Enrico Musso (gruppo misto) «questa manifestazione è legittima ma un rischio esiste, in un Paese dove cresce la voglia di menare le mani, e nostro compito è prevenirlo, non fomentarlo». Il dibattito si chiude. Aspettando il corteo.