RASSEGNA STAMPA

LA REPUBBLICA - Corteo del G8, il giallo dei treni

Genova, 17 Novembre 2007

Corteo del G8, il giallo dei treni
I manifestanti: "Prezzo politico", le Ferrovie rispondono picche

Duecento giovani cureranno il servizio d´ordine, gli ultrà respingono l´invito di Casarini: non saranno a Genova
GIUSEPPE FILETTO

SI FARÀ. «Non c´è ragione per impedire la manifestazione - dice Giuseppe Romano - né per ritenere che non sia pacifica». Il prefetto fuga ogni dubbio sulla partecipazione di gruppi ultrà, invitati dall´ex leader delle "tute bianche" Casarini. «L´appello è stato respinto», ha detto. Non fanno paura i ventimila manifestanti, di cui la metà dovrebbe arrivare da fuori Genova. Per ricordare le tragiche giornate del luglio 2001 e protestare contro la richiesta della Procura di infliggere 225 anni di reclusione ai 25 manifestanti accusati di devastazione e saccheggio, dopo quella che anche il vice questore Michelangelo Furnier in tribunale ha definito la "macelleria messicana", dovrebbero arrivare in treno duemila manifestanti dall´asse Venezia, Bologna e Milano; altrettanti da Napoli, Roma, Firenze: militanti dei centri sociali, sindacalisti di base e "no-global". Tutti intenzionati ad andare in treno, pagando solo 10 euro, "per il diritto a manifestare". Anche se fino alla tarda serata di ieri Trenitalia non ha garantito i convogli speciali. Ha fatto sapere che i manifestanti potranno avvalersi delle tariffe agevolate per le comitive, o affittare treni charter al normale prezzo applicato per ogni altra manifestazione.
Tornando a Genova, le dichiarazioni del prefetto arrivano alla fine di una riunione allargata. Ieri il rappresentante del Governo ha radunato attorno allo stesso tavolo il sindaco Marta Vincenzi e gli assessori comunali Francesco Scidone (Sicurezza), Bruno Pastorino (Politiche della Casa); il questore Salvatore Presenti e il capo della Digos, Giuseppe Gonan. Ha chiamato anche il presidente della Confesercenti, Patrizia De Luise, ed i vertici di Ascom, Mario Montessoro e Antonio Ornano; ma anche i leader delle principali sigle che organizzano la manifestazione di domani e con loro don Andrea Gallo. Da questi ultimi si è visto promettere ciò che voleva: «Le motivazioni di chi scende in piazza il 17 novembre sono diverse rispetto a quanto si chiede negli stadi», ha precisato Domenico Chionetti della Comunità di San Benedetto al Porto.
Non fanno paura i diecimila manifestanti, attesi a Genova con 3 treni speciali e 100 pullman da ogni parte d´Italia. Tantomeno gli altrettanti "no global" locali. Anche se il servizio d´ordine ("Meglio chiamarlo autotutela") conta 200 militanti: ciascuna organizzazione curerà il suo spezzone di corteo con il compito di isolare eventuali infiltrati e impedire qualsiasi tipo di scontro. In testa saranno i giovani dei centri sociali, guidati da don Gallo e dalla Comunità di San Benedetto con lo striscione ‘La storia siamo noi´. In coda il sindacato, l´Arci, i pacifisti. Al centro gli anarchici del Fai. Ha annunciato la sua presenza il missionario comboniano padre Alex Zanotelli. Non ci sarà Marta Vincenzi. Lo ha ribadito ieri: «Scendo in piazza quando condivido le ragioni della protesta, dalla a alla zeta», ha precisato il sindaco.
I negozi dovrebbero rimanere aperti, almeno questo è l´appello lanciato da Confesercenti ed Ascom, che ieri oltre le garanzie del prefetto e del questore, hanno avuto anche le rassicurazioni degli organizzatori: «Tutte le componenti intendono questo momento come pacifico e non violento - tranquillizza Simone Leoncini, della segreteria genovese di Rifondazione Comunista - è una festa delle democrazia e dei diritti». Nonostante ciò, in città permane il timore di disordini, e l´apertura dei negozi è legata anche allo sciopero nazionale del commercio, in programma per l´intera giornata.
In ogni modo, "Per riscrivere una nuova pagina a Genova", alle 3 del pomeriggio il corteo partirà dalla Stazione Marittima, attraverso via Gramsci, Caricamento, corso Aurelio Saffi, via Corsica, via Fieschi, piazza Dante arriverà a De Ferrari. Il prefetto ha ribadito la sua "scommessa" sulla non violenza del corteo e facendo riferimento alle richieste arrivate da An negli scorsi giorni, di rivalutare la sua autorizzazione, ha dissipato ogni dubbio affermando di "non aver mai pensato ad un divieto".