RASSEGNA STAMPA

LA REPUBBLICA - Un secolo di carcere ai no global

Genova, 15 Dicembre 2007

 

GENOVA - Oltre un secolo di prigione per 24 no-global coinvolti nella guerriglia urbana del G8, per la precisione 108 anni e 4 mesi che il tribunale di Genova ha distribuito su due fronti. Dieci presunti "black bloc" sono stati condannati per la devastazione e il saccheggio di Genova a pene tra i 6 e gli 11 anni. Quattordici "tute bianche", ritenute colpevoli solo di danneggiamento e resistenza alle forze dell´ordine, pagano con misure più lievi. Una ragazza, Nadia Sanna, è stata assolta per «non aver commesso il fatto». Tutti gli imputati dovranno risarcire per i danni di immagine la Presidenza del Consiglio - sei anni fa il premier era Silvio Berlusconi - i ministeri dell´Interno, della Difesa e della Giustizia: la somma esatta sarà stabilita in sede civile, l´Avvocatura dello Stato ha già chiesto complessivamente tre milioni di euro. Ma in fondo alla sentenza letta ieri pomeriggio dal presidente Marco Devoto ci sono tre righe a sorpresa: il tribunale ha infatti disposto la trasmissione degli atti, ipotizzando il reato di falsa testimonianza, per due funzionari della polizia di Stato e due ufficiali dell´Arma. Sono gli uomini che guidarono la carica delle forze dell´ordine al corteo delle "tute bianche" guidato da Luca Casarini. Un intervento che scatenò i disordini pomeridiani del 20 luglio 2001 - culminati con la morte di Carlo Giuliani - e su cui vengono indirettamente sollevate molte ombre.
I pm Anna Canepa e Andrea Canciani hanno espresso «soddisfazione» per la decisione del tribunale. Pareri positivi anche per i difensori dei quindici no-global che hanno visto cadere l´accusa più grave, quella di devastazione e saccheggio: «Sono state assolte le "tute bianche" dal reato di devastazione, hanno riconosciuto l´arbitrarietà dell´intervento dei carabinieri sul corteo. La reazione fu legittima: l´atto criminoso era dei militari, non dei manifestanti», spiegano Emanuele Tambuscio e Fabio Sommovigo. Sconcerto per gli altri: «Una sentenza topografica - polemizza Laura Tartarini -Hanno condannato persone per il solo fatto che erano presenti in un luogo dove è stato commesso un reato. C´è un ragazzo che paga per aver rubato in un supermercato. E sono pene da omicidio». Tutti hanno preannunciato appello.
Haidi Giuliani, senatrice del Prc e madre di Carlo, si dichiara sconvolta: «Ma non mi stancherò mai di ribadire l´assoluta necessità di istituire una Commissione parlamentare d´inchiesta che rimetta insieme, come in un puzzle, tutto quanto è accaduto a Genova in quelle giornate».
I giudici hanno in sostanza distinto tra due categorie di accusati. I primi sono quelli che parteciparono ai disordini fin dall´inizio e per due giorni consecutivi: protagonisti di barricate e getti di pietre alla polizia, incendi di autovetture, assalti alle banche e al carcere di Marassi, contro il quale furono lanciate diverse molotov. Secondo l´accusa appartenevano al cosiddetto Blocco Nero. Gli è stato applicato l´articolo 419 del codice penale, che prevede la reclusione dagli 8 ai 15 anni e non trova molti precedenti in Italia. Una norma rispolverata recentemente per i più gravi incidenti da stadio, e per gli scontri tra autonomi e Forza Nuova dell´11 marzo 2006 a Milano. Un episodio, questo, cui avevano partecipato due degli imputati che ieri sono stati più pesantemente condannati: Marina Cugnaschi (11 anni) e Vincenzo Vecchi (10 anni, 6 mesi). Entrambi anarchici, nel corso dell´ultima udienza avevano rifiutato di riconoscere l´autorità giudiziaria dicendosi «onorati di aver partecipato a Genova, da persone libere, ad una giornata di contestazione contro un´economia capitalista. Contro chi davvero devasta e saccheggia il mondo, affamandolo». Della seconda categoria di accusati fanno parte i componenti del corteo delle "tute bianche" che partì dallo stadio Carlini per dare simbolicamente l´assalto alla Zona Rossa. E che fu circondato da un contingente dei carabinieri, i cui dirigenti di allora, chiamati a testimoniare nel corso del processo, risponderanno di falsa testimonianza.
L´intervento in via Tolemaide scatenò la "guerra" che alle cinque e mezza del pomeriggio portò all´uccisione di Giuliani. In quel momento, accanto al ragazzo di piazza Alimonda c´era anche Massimiliano Monai, che con una trave attaccava il Defender dei carabinieri: è stato condannato a 5 anni di carcere.