RASSEGNA STAMPA

Corriere Mercantile - La perquisizione alla Diaz fu legittima

Genova, 4 ottobre 2008

La perquisizione alla Diaz fu legittima
Le difese passano al contrattacco al processo G8

E' il momento delle difese al processo G8 per l'irruzione alla Diaz. E il primo a prendere la parola. Ieri mattina, è l'avvocato Carlo Di Bugno del foro di Lucca, difensore dell'allora vicecapo dell'Ucigos Giovanni Luperi.
Di Bugno ha subito puntato il dito su uno dei punti principali dell'inchiesta dei pm Enrico Zucca e Francesco Cardona Albini: quello della perquisizione che non si sarebbe resa necessaria per l'inesistente accusa di associazione per delinquere a carico dei no global presenti nella scuola.
«Fu una perquisizione con modalità perfette rispetto a quel reato» ha detto invece il difensore.
Il penalista ha insistito sulle sussistenza delle prove che suffragarono l'ipotesi di associazione a delinquere, poi archiviata, da parte degli occupanti dell'edificio. E ha ricordato il lancio di pietre contro una pattuglie di agenti della polizia di Stato e il reato di resistenza commesso con la chiusura del cancello della scuoIa.
Di Bugno, inoltre, ha rimarcato che non vi e alcuna prova che Luperi si trovasse nella scuoIa all'inizio della perquisizione e che avesse visto il giornalista inglese Mark Covell a terra dopo esser stato picchiato.
«Alla Diaz - ha sostenuto il legale - non ci fu nessun comportamento che violò Ie regoIe». Luca Marzaduri sempre del foro di Lucca.
L'avvocato nella sua lunga arringa e poi passato a un altro punto rilevante nell'inchiesta dei pubblici ministeri. Il reato di falso e calunnia commesso ai danni dei manifestanti con l'introduzione nella scuola delle bottiglie molotov che, in realtà sarebbero state trovate in corso ltalia e portate alia Diaz per avvalorare l'ipotesi di associazione per delinquere.
Per il penalista non c'e alcuna prova che Luperi e gli altri funzionari della polizia sapessero se Ie bottiglie molotov fossero state trovate nella scuola o altrove.
In un filmato si vedono alcuni dirigenti, tra cui Luperi, nel cortile della scuola Diaz con un sacchetto blu che contiene due molotov trovate, come ricostruito appunto dalla procura, in corso ltalia.
Di Bugno si e chiesto «com'e possibile che Luperi s'avvicini in modo viscerale al corpo del reato che sarebbe la prova della costruzione di falso, insieme ai sui complici e alla presenza di gradi bassi della polizia».
Ma c'è di più. Luperi dopo questo "conciliabolo" e dopo avere compiuto «un gesto che cambierà la sua vita, entra nella scuola e si occupa dei feriti». E questa e un'altra prova della sua innocenza, ha sottolineato l'avvocato.
Anche, l'episodio dell'accoltellamento dell'agente Nucera e stato affrontato nell'arringa. E Di Bugno ha affermato a questo proposito: «Non ci sono elementi per pensare che vi sia stata una costruzione di prove false».
Giovanni Luperi e accusato di falso ideologico, calunnia e arresto illegale.
L'arringa di Di Bugno si è conclusa nel pomeriggio dopo cinque ore con la richiesta di assoluzione di Giovanni Luperi e con Ie argomentazioni in difesa del commissario capo Salvatore Gava.
In favore di Luperi ha parlato anche l'avvocato Luca Marzaduri del foro di Lucca. «Luperi alla Diaz non era vice del prefetto La Barbera (il più alto in grado n.d.r.) ne di fatto ne di diritto», ha sottolineato il codifensore. «Arrivò alla scuola con un ruolo passivo, non è nominato sul campo».
Luperi, quindi, si occupò del soccorso dei feriti a operazione conclusa e relativamente ai verbali «non ebbe contatti significativi con gli estensori».