RASSEGNA STAMPA

IL SECOLO XIX - Gratteri: «Non ringraziai Colucci perché cambiò versione»

Genova, 29 marzo 2008

Gratteri: «Non ringraziai Colucci perché cambiò versione»
le reazioni

Il capo del dipartimento centrale anticrimine della polizia spiega così i suoi colloqui con l'ex questore

La «riconoscenza» nei confronti di Colucci? «Espressa solo perché ha avuto il coraggio di dire in aula, a suo rischio, ciò che aveva tentato di ribadire quando fu ascoltato come testimone dai magistrati». Francesco Gratteri, capo del dipartimento centrale anticrimine della polizia italiana (uno dei funzionari più importanti in assoluto) ha commentato così al suo legale Marco Corini la pubblicazione degli stralci delle intercettazioni in cui ricorre il suo nome. Sono gli atti acquisiti dalla procura di Genova prima nell'indagine per falsa testimonianza a carico di Colucci, Mortola e De Gennaro, quindi nel processo stesso sui pestaggi alla scuola. Ieri Gratteri era in Calabria per un vertice urgentissimo sulla guerra mafiosa di Crotone, ed è stato Corini a fornire il resto delle precisazioni: «Gratteri ricevette una chiamata da Colucci in cui quest'ultimo ribadiva di aver detto la verità, non certo di aver cambiato versione».
Ripercorriamo allora dettagliatamente il colloquio, registrato il 7 maggio 2007, alle 20:06. Colucci. «...Ho sempre detto la verità». Gratteri: «Ma sai cos'è? Che oggi come oggi uno che ritiene e intende dire la verità si mette praticamente contro tutti, insomma. Le verità che passano alla storia, diciamo». Colucci: «Sì, sì». Gratteri: «Invece, quando si dicono le cose e si dicono come giustamente e correttamente le hai dette tu, allora è doveroso, diciamo, da parte nostra, insomma, rendere omaggio, come posso dire, alle persone per bene». Colucci: «Guarda, guarda, io ho sempre detto... Io l'ho sempre detta ma non sono mai stato ascoltato». 
Gratteri: «Lo so, ma infatti, infatti...». Proseguono focalizzando alcuni aspetti delle dichiarazioni rese da Colucci sulla perquisizione alla Diaz.
E Gratteri aggiunge: «Siccome abbiamo certamente, come posso dire, ascoltato con attenzione quello che hai detto, ci tenevamo, ecco, come posso dire, a dirti che...». Colucci, prima ancora che l'altro abbia finito: «Ti ringrazio». Gratteri: «Che ti siamo... vicini e riconoscenti...». Colucci: «Non c'è dubbio». Gratteri: «Perché, voglio dire...». Colucci: «Non c'è dubbio». Gratteri: «Siamo riconoscenti verso una persona per bene». Colucci: «Io...». Gratteri: «Hai dimostrato per l'ennesima volta, diciamo...». Colucci: «Ti ringrazio di cuore». Gratteri: «...Di essere una persona perbene. Qualora ve ne fosse...». Colucci insiste: «Ti ringrazio. (il magistrato) mi contestava le cazzate. Però sono stato contento perché dopo il tuo avvocato proprio, l'ho chiamato io, m'ha detto: guardi, io non ho mai sentito una deposi... così chiara precisa e netta. Punto». L'ex questore di Genova chiede delucidazioni sui rivolgimenti del processo, in particolare cerca di capire se Gratteri si è fatto un'idea sul perché sia saltata la deposizione di De Gennaro in merito alla Diaz. «Come la leggi tu?» chiede Colucci. E Gratteri: «E la leggo, perché loro siccome... ma il problema, Francesco, sta nell'inchiesta che ha fatto questo cazzo di pm... Perché se lui si fosse mantenuto coni piedi per terra dall'inizio dell'attività di indagine, diciamo, e avesse puntato realmente, perché lì evidentemente qualche reato è stato commesso e avesse... puntato ad accertare e stabilire i veri responsabili dei veri reati e non fosse partito facendo filosofie, strategie, teoremi». Quindi i commenti alle scelte nella notte dell'irruzione a scuola. Gratteri: «...ordini partiti da chi? Dal Padre Eterno? Ma insomma, ma io ti posso mai dire: Francesco andiamo ad ammazzarli? Tu mi puoi mai, puoi avallare una cosa del genere?». Conclude l'avvocato Corini: «Chiederemo che queste telefonate vengano acquisite integralmente nel processo per i disordini alla Diaz (nel quale Gratteri è imputato), perché dimostrano ulteriormente l'estraneità alle violenze».

M. IND.
F. SA.