RASSEGNA STAMPA

IL SECOLO XIX - Irruzione alla Diaz, l’avvocato dello Stato chiede l’assoluzione

Genova, 2 ottobre 2008

Irruzione alla Diaz, l’avvocato dello Stato chiede l’assoluzione

L’irruzione nelle scuole Diaz e Pertini «non fu un’operazione studiata a freddo per assestare un colpo al dissenso» e «avrebbe avuto senso anche senza il pretesto delle cosiddette false molotov». Non solo. «Va dimostrato che chi firmò i verbali, e in particolare i due più alti in grado della polizia Francesco Gratteri e Giovanni Luperi, lo fecero consapevoli della falsità di quanto gli era stato detto». Sono alcuni dei punti chiave dell’arringa dell’avvocato dello Stato Domenico Salvemini, in difesa del Viminale chiamato in causa dalle parti civili, al centro di una delle ultime e più importanti udienze del processo ai 29 poliziotti del blitz al centro del Genoa Social Forum, che si è svolta ieri nell’aula bunker di palazzo di giustizia a Genova. Le accuse per i dirigenti di polizia e i poliziotti imputati vanno dalle lesioni gravissime al falso, alla calunnia, al porto di armi da guerra. L’avvocato è partito «negando la responsabilità degli imputati»: «Nego che vi sia stata una spedizione punitiva. Non è stata una spedizione latu sensu terroristica». L’avvocato dello Stato ha poi ricordato che in quei giorni «qualcuno parlò di sospensione della democrazia.Ma la democrazia in quelle ore ­ ha detto Salvemini ­ non è mai stata in pericolo perché se ci fu chi ha picchiato c’è anche chi non lo ha fatto, così come c’è chi non è entrato nelle scuole e chi ha detto basta di fronte alle violenze». «Rifiuto ogni assimilazione con la strage di Sant’Anna di Stazzema e i crimini commessi nella ex Jugoslavia», ha chiosato Salvemini, prima di concentrarsi sulle richieste di risarcimento, pari a circa 4 milioni di euro, avanzate dalle 92 parti lese: «Sono inammissibili», ha concluso Domenico Salvemini auspicando, al termine del suo intervento durato circa sei ore, il proscioglimento «nel qual caso ­ ha detto ­ non chiederò le spese alle parti civili, ma solo la compensazione».