RASSEGNA STAMPA

IL SECOLO XIX - Don gallo: «sentenza diaz una palese sconfitta del diritto»

Genova, 18 novembre 2008

Don gallo: «sentenza diaz una palese sconfitta del diritto»
l'opinione

NON C'ERA STATA nessuna pattuglia attaccata dai manifestanti in Via Cesare Battisti, come la Polizia aveva scritto, sottoscritto e sostenuto. 
Ne seguì una serie vergognosa di menzogne a ripetizione per giustificare l'assalto notturno delinquenziale a 93 ragazzi inermi. Amnesty Internazionale lo definì un massacro e la sospensione del Diritto. 
Autentico squadrismo di Stato. In aula un poliziotto Vice-Capo parlò di "macelleria messicana".
Si auspicava che le aule di Giustizia rendessero la memoria politica il più possibile serena perché le ferite sono numerose. Al contrario, centinaia di migliaia di giovani sono delusi. A mio avviso è questo l'aspetto più preoccupante. I giovani attendono, sperano, lottano e soffrono troppo delle ingiustizie. Vogliono un mondo migliore, una scuola, un lavoro, una casa, spazi sociali. Una minoranza consistente, attraversata da una profonda inquietudine, aspira alla libertà. L'Onda infatti sfila ancora. Non accetta l'assenza di futuro, che porta al nichilismo. Mi fanno paura, nemmeno più rabbia e amarezza, coloro che esultano di questa sentenza della Diaz, come quella di Bolzaneto, la Caserma delle torture. Mi hanno sorpreso, negativamente, le dichiarazioni tempestive dell'Udc.
E sono ferito da molti silenzi.
Al tribunale di Genova non mancavano le prove necessarie per concludere decentemente il lungo iter giudiziario. Salire alle responsabilità della scala gerarchica delle forze dell'ordineera un atto dovuto. Nessuno vuol delegittimare le forze dell'ordine.
C'è un libro bianco interminabile: testimonianze oculari, foto, filmati. 
Ho incontrato in quei giorni i registi Monicelli, Scola Comencini, Tognazzi e altri stranieri. Anche l'Europa democratica attendeva dal Palazzo di Giustizia una prima chiarificazione che non c'è stata. Tanto è vero che la prescrizione è all'orizzonte. Tra gli imputati c'è un direttore dell'Anticrimine, un dirigente dell'Intellegence, il capo della Geo.
Sedici assolti e una manciata di mele bacate incredibilmente promosse nella carriera. Tutto qui? Siamo di fronte a quattro esaltati? Nessuna responsabilità politica. L'onore della Patria è salvo. L'impostazione della Procura smantellata. La sconfitta del diritto è palese. La deriva autoritaria in corso ha avuto la sua deprecata origine in quelle strade, in quelle piazze, da Napoli a Genova. Dal governo Amato, Berlusconi, Prodi, Berlusconi. Emerge la responsabilità di una classe politica intera, comprendente anche la maggioranza dei sindacati, inspiegabilmente assenti, eccetto la Fiom e i Cobas mentre a Genova transitava il treno dei Diritti Universali.
Il movimento del luglio 2001, a Genova, poneva una lucida domanda ai potenti della Terra: «Signori del G 8, non vi sembra una cinica pretesa venire a difendere il vostro unico mondo possibile?». Banca Mondiale, Fondo Monetario internazione,Organizzazione del Commercio mondiale con la divinità idolatrica e trina: mercato - tecnologia e deterrenza totale? Il Cardinale Arcivescovo Tettamanzi in un Convegno al Carlo Felice proclamava: «Sentinelle del mattino: guardiamo il G8 negli occhi».
Ecco la risposta sistematicamente messa in atto a Genova, cittadini in divisa hanno sperimentato il potere puro, l'arbitrio assoluto. Hanno potuto far passare e non far passare, perquisire, sfottere, insultare, minacciare, infiltrare, provocare, picchiare, torturare, uccidere (Carlo è morto). Lo hanno fatto mentre il mondo li stava filmando e fotografando e non hanno avuto paura. Evidentemente, a mio parere, avevano la promessa della impunità. Hanno provato l'ebbrezza della libertà armata. Perché le "tute nere" hanno potuto agire quasi indisturbate? Nessun Black Bloc è stato fermato.
Una vera imboscata (l'avevo denunciato in collegamento Rai con Porta a Porta , venerdì sera da Piazzale Kennedy, col giornalista Fabrizio Del Noce). Una autentica trappola che perdura, con l'attuale sistema sanzionatorio di destra, centro e pseudo sinistra, all'insegna della "Legge e l'ordine" con l'obiettivo della "sicurezza" nella sua mera accezione di "Ordine pubblico".
C'è un amara costatazione, si stanno ingrossando le file di chi a Genova e altrove, ieri e oggi ha paura di cambiare.Per me e tantissime donne e Uomini di buona volontà, vale l'avvertimento di De André: «Per quanto voi vi crediate assolti, siete per sempre coinvolti». Democrazia è Partecipazione. Lascio agli esperti analizzare le motivazioni del Tribunale. Mi schiero decisamente dalla parte di chi da Bolzaneto e dalla Diaz non esce rasserenato, anzi questi atti mi inquietano e spero di continuare a difendere la Costituzione nella sua sintesi: l'Italia è una repubblica, democratica, laica, antifascista.

* DON ANDREA GALLO è il fondatore della Comunità San Benedetto al Porto di Genova