RASSEGNA STAMPA

LA REPUBBLICA - Il mistero del proiettile "La procura non vuole analisi"

Genova, 2 Gennaio 2008

L´AVVOCATO Carlo Taormina giura di voler fornire alla magistratura tutti gli elementi per poter processare il «vero» colpevole dell´omicidio di Carlo Giuliani, ucciso in piazza Alimonda il 20 luglio del 2001. Il legale parla per conto del suo cliente, Mario Placanica. Che non si rassegna ad essere indicato come l´assassino del giovane durante il G8, e vorrebbe addirittura tornare ad indossare la divisa dei carabinieri. Sostengono, Placanica e Taormina, che quel maledetto pomeriggio di sei anni fa non fu la pistola del militare calabrese ad uccidere Carlo. Per questo motivo l´avvocato aveva chiesto alla procura di Genova di mettere a disposizione uno dei proiettili trovati nel caricatore di Placanica. Ma i giudici del capoluogo ligure hanno rifiutato. Così ha denunciato nei giorni scorsi Taormina. «La richiesta - ha spiegato il legale - era stata subordinata alla partecipazione della stessa procura all´analisi del proiettile presso l´Università Statale di Milano. Ma ogni disponibilità è stata inutile, perché con argomenti speciosi e francamente erronei è stata sbarrata ogni strada». Per l´avvocato la comparazione del proiettile con quello che uccise Giuliani sarebbe opportuna poiché la perizia «sembrerebbe non tranquillizzante, tenuto conto dei materiali utilizzati dalla casa costruttrice dei proiettili». Ma per i magistrati genovesi il caso è chiuso. L´inchiesta sull´omicidio di Carlo Giuliani, gestita dal pm Silvio Franz, si era chiusa con il proscioglimento (per legittima difesa) di Mario Placanica.
L´ex carabiniere nelle scorse settimane aveva denunciato la procura di Catanzaro per la pubblicazione da parte di un settimanale di un rapporto - redatto dai carabinieri - relativo a contatti telefonici di Placanica con personaggi implicati in una inchiesta su un traffico di droga.
L´informativa era stata redatta mentre l´inchiesta era coordinata dal pm Luigi De Magistris. Placanica recentemente si è separato dalla moglie Sveva Mancuso: «Una decisione presa di comune accordo per tutelarci dalle tante minacce», aveva detto la donna. Adesso vuole tornare a fare il carabiniere: «Intende essere restituito all´Arma, da cui ritiene di essere stato ‘pensionato´ a 25 anni, attraverso atti che saranno da me sottoposti all´autorità giudiziaria, onde accertare se siano stati consumati reati in suo danno», ha chiarito Taormina. «Vogliamo intraprendere tutte le iniziative giudiziarie necessarie al ristabilimento della verità sulla complessiva vicenda che lo riguarda, a partire dai tragici fatti di Genova», insiste il legale. Vale però la pena di ricordare che Placanica, chiamato a testimoniare a Genova alcuni mesi fa nel corso del processo alle 25 presunte Tute Nere, aveva reso dichiarazioni di nessun valore investigativo.