RASSEGNA STAMPA

La Repubblica - La rabbia dei no global: "Una vergogna"

Genova, 15 luglio 2008

Decine di persone hanno atteso per ora il verdetto a Palazzo di Giustizia. E, alla fine, vince l´indignazione
La rabbia dei no global: "Una vergogna"
Ricordi nitidi come se tutto fosse successo ieri: "Ho camminato sul sangue della Diaz, che era la mia scuola"
CATERINA COSSU
ERICA MANNA

c´è chi è talmente spiazzato da non riuscire a dire una parola, se non «vergogna». Chi propone di posare una lapide di fronte al Palazzo di giustizia, perché «è scandaloso che non siano stati riconosciuti i motivi futili e abietti». Qualcuno è rimasto fuori seduto sui gradini, tanti hanno ascoltato il verdetto in piedi, appoggiati alla ringhiera verde in fondo all´aula bunker che delimita l´area riservata agli spettatori. Spettatori, certo, ma qui, tra la gente venuta ad ascoltare la sentenza sui fatti di Bolzaneto, sono pochi quelli che, in quei giorni, non c´erano. Sette anni ma è come se fosse ieri, negli occhi lucidi di chi in piazza Alimonda ci va il 20 di ogni mese come in pellegrinaggio, nelle magliette con la scritta "Genova 2001 niente da archiviare". Perché «sette anni sono un decimo della vita di una persona», dice Teresa Rossi, una pacata signora sulla sessantina, e «non ha senso dire frasi come "tanto ormai...", perché si può ripetere».
C´è rabbia e sconcerto fuori dal tribunale. La gente forma dei capannelli, qualcuno piange, si discute ad alta voce. Vittorio Agnoletto, all´epoca portavoce del Genoa social forum, è tra i pochi a mitigare le polemiche: «Per la prima volta il tribunale ha riconosciuto che quello che hanno detto le vittime è vero ma, nonostante abbia riscontrato un meccanismo di omertà e coperture reciproche, non ha punito i singoli responsabili».
C´era voglia di ricordare quei giorni, nelle cinque ore di attesa per la lettura del verdetto: da «un elicottero che ha lanciato un lacrimogeno a dieci metri da me», a chi ha camminato sul sangue della Diaz «che era la mia scuola» o chi sente ancora «gli spari dai tetti di via Tolemaide e l´aria irrespirabile dei fumogeni». La testimonianza di Angela e Maria Rita, che abitano alla Foce e via Cesare Battisti: «Noi le cose le abbiamo viste, abitiamo là. Abbiamo visto il terrore nei volti della gente e l´abbiamo vista scappare dal corteo - raccontano sedute l´una di fianco all´altra - Ancora oggi quando sento un elicottero passare mi viene la pelle d´oca».
Adesso, alle dieci di sera passate, fuori dal Tribunale, nessuno ha più voglia di parlare. «Già le richieste dei pm erano modeste - sbuffa un ragazzo - ma qui in quest´aula hanno perso di vista i fatti». Gabriella, una signora bionda sulla cinquantina, è attonita: «So di avere le parole - dice con la voce rotta - ma ora non mi vengono». I più giovani sono quelli meno loquaci: «Andiamo a dormire».