RASSEGNA STAMPA

LA REPUBBLICA - Sentenza Diaz, la città si ribella

Genova, 15 novembre 2008

Sentenza Diaz, la città si ribella

Burlando: "Una delle pagina più brutte del nostro Paese"
Torna d´attualità la richiesta di una commissione parlamentare d´inchiesta
Anche la Cgil si schiera "Assolvere chi ha ostacolato la verità è una scelta sconcertante e preoccupante"

AVA ZUNINO

Il rischio è che la notte della scuola Diaz, al G8 di Genova, rimanga per sempre un buco nero nella storia della città e del paese: è lo spirito con cui le istituzioni, la Regione Liguria e il Comune di Genova, a ventiquattro ore dalla lettura della sentenza, continuano a riflettere. E a temere che non si possa mai più fare luce su quanto accadde quella notte. Il sindaco Marta Vincenzi, però, non si arrende. Continua a chiedere la commissione parlamentare di inchiesta e si appella al Parlamento: «che so benissimo non è più quello di sette anni fa, ma deve sapere che la città di Genova quella vicenda non l´ha superata». Il presidente della Regione Claudio Burlando ragiona su una sentenza che colpisce soltanto i pesci piccoli: «Sembra difficile - dice - che venga organizzata una cosa del genere all´insaputa dei superiori. Ed è quindi giustificabile la rabbia di chi ha subito pestaggi e delle varie associazioni. Questa è una bruttissima pagina dell´Italia democratica, una delle più brutte». E poi aggiunge: «Naturalmente non mi sfugge la violenza dei black bloc. Però la violenza di chi dovrebbe assicurare la tranquillità dei cittadini ha una gravità particolare». Una pagina chiusa?
Tutt´altro, dice il presidente della Regione: «la fame di verità e giustizia non si è placata con questa sentenza». E´ dello stesso avviso Marta Vincenzi, che anche ieri ha ripetuto: «questa sentenza, come le altre, non pone fine alla questione che noi avremmo voluto definitivamente archiviare. Non dice fino in fondo se in quei giorni ci sono stati difetti nel funzionamento della democrazia».
Sulla sentenza per le violenze nella notte della scuola Diaz ieri sono intervenuti esponenti politici, segretari di partito, sindacati, e perfino Legambiente, che con una nota del coordinatore nazionale Maurizio Gubbiotti parla di una sentenza che: «non ha accertato la verità e dunque ha infranto gli ideali di un´intera generazione». La Cgil genovese, dopo aver rimarcato la fiducia nella magistratura, si affida ad un comunicato scritto per dire che la sentenza: «è stata sconcertante e preoccupante, vista la piena assoluzione dei vertici della polizia, presenti e responsabili delle azioni commesse dai loro sottoposti e che hanno ostacolato la ricostruzione della verità».
I Verdi della Liguria dicono: «lo Stato ha assolto sé stesso dopo aver promosso i massimi responsabili della disastrosa gestione dell´ordine pubblico nei giorni del G8». Il segretario regionale del Pdci Enrico Vesco sottolinea un aspetto politico: «il governo di oggi è lo stesso di allora e tutto questo sembra rispondere a un preciso disegno politico. La condanna ha colpito solo coloro che hanno eseguito gli ordini».
La sinistra con Rifondazione e i gruppi consiliari di Regione, Provincia e Comune sottoscrive una nota: «non è una sentenza ma un colpo di spugna sulla verità». Di parere opposto il centrodestra che ieri a Genova si è fatto sentire con Gianni Plinio di An e Roberto Cassinelli di Fi, loro invece sono convinti che: «giustizia è fatta».