RASSEGNA STAMPA

LA REPUBBLICA - "Dopo la choc di Gomorra adesso racconto la Diaz"

Roma, 23 aprile 2009

"Dopo la choc di Gomorra adesso racconto la Diaz"
Il produttore Procacci: chiederò aiuto al capo della Polizia

Maria Pia Fusco

Dopo aver prodotto Gomorra la Fandango di Domenico Procacci sta preparando Diaz per ricostruire - e ricordare - ciò che accadde nella scuola di Genova nella notte del 21 luglio 2001. E' una decisione che «ho preso a novembre, quando è uscita la sentenza di primo grado, quando ho sentito Ie grida "vergogna, vergogna", quando ho letto su Repubblica I'intervento di Antonio Manganelli, oggi capo della polizia. Diceva che il Paese aveva "bisogno di spiegazioni su quello che realmente accadde a Genova" e garantiva che si sarebbe mosso "senza alcuna riserva" pur di arrivare alla verità. E si sarebbe mosso "nelle sedi istituzionali e costituzionali". Gli chiederò un incontro e gli proporrò di collaborare», dice Procacci.
Non sembrerà una provocazione?
«No, perché Diaz non è un fIlm a tesi ne contro la polizia, non vogliamo dimostrare niente, non sta a noi identificare i colpevoli. Vogliamo raccontare i fatti e come si è arrivati a quella notte. Penso che l'atteggiamento omertoso durante il processo, con tutte Ie persone di alto rango che si sono avvalse della facoltà di non rispondere come fossero ladri di polli, faccia male alle stesse forze dell'ordine».
Chi sarà il regista?
«Daniele Vicari, che sta scrivendo la sceneggiatura con Laura Paolucci. Daniele è la persona giusta, sia perché nei confronti dei fatti di Genova prova la mia stessa indignazione, sia perché ne ha un'ottima conoscenza vista che girò Edo, la storia dell'amico di Carlo Giuliani. Su Giuliani, sull'impossibilità di arrivare a un processo equo, sto preparando un altro film. Ora produrrò il film di Muccino e quello di Ozpetek, ma il successo di Gomarra e di Il divo è incoraggiante per tornare al cinema civile che si faceva in Italia».
Su che tipo di documentazione sarà basato Diaz?
«Negli atti del processo c'è tutto: la sentenza riconosce come sono andate Ie cose. Ricostruiremo l'irruzione, poco prima della mezzanotte, di 300 operatori della polizia, con in testa 70 agenti del VII nucleo sperimentale di Roma. Ma stiamo raccogliendo ricordi di parecchi dei 93 giovani che, semiaddormentati e disarmati, furono picchiati e arrestati, di qualcuno dei Black Bloc e anche dei poliziotti. Tra i collaboratori c'è la poliziotta Simona Mammano, autrice di un libro, Assalta alla Diaz, in cui scrive, tra l'altro, che questi processi sono "accomunati a quelli sui fatti di violenza sessuale o di associazione mafiosa" per lo stato di tensione in cui si svolgono e per la facilità con cui si può screditare la vittima. Una testimonianza importante e quella del giomalista inglese Michael Covell che fu picchiato duramente e, quando tornò in patria, fu accusato di terrorismo».
Sarà usato materiale documentario?
«Soltanto per i giorni precedenti alIa notte del 21 luglio, ma sarà un vero e proprio film, sul modello di Bloody Sunday. Gli attori non saranno solo italiani. Dei 93 giovani soltanto 15 erano italiani, 5 ragazze e 7 ragazzi - tra loro un signore di 62 anni - gli altri venivano da tutta I'Europa, con 41 tedeschi e 13 spagnoli. C'erano anche una donna turca, un lituano e un neozelandese».
In che lingua sarà girato?
«In diverse lingue, sarà un film intemazionale. Come accadde per Gomorra, non è facile trovare finanziamenti in Italia, per fortuna molti paesi europei sono pronti a partecipare. Non mi illudo che un film possa cambiare la realtà, ma almeno aiutare a capire come a Genova si sia potuto arrivare alla sospensione dei diritti. Fu un momento di buio, che, due mesi dopo, fu soffocato da una tragedia mediaticamente assai più forte. Penso che sia giusto far conoscere quella triste pagina di storia ai giovani: i diciottenni di oggi non sanno nulla degli orrori delia Diaz e di Bolzaneto».