RASSEGNA STAMPA

CORRIERE MERCANTILE - “Dieci anni dopo il G8 Basta criminalizzarci…”

Genova, 18 marzo 2011

Il sindacato degli agenti Coisp contro le manifestazioni (e la Cgil) per il decennale del tragico summit
“Dieci anni dopo il G8 Basta criminalizzarci…”
Scenderanno in piazza per chiedere maggiore rispetto: “Siamo vittime anche noi”
Il Silp Cgil ribatte: “La vera conciliazione non si fa gettando benzina sul fuoco”

Da tre anni chiedono di celebrare la ricorrenza del G8 del 2001 con una manifestazione polemica dal titolo che non ha bisogno di spiegazioni: “L’estintore come strumento di pace”. Il sindacato di polizia Coisp anche quest’anno scenderà in piazza per organizzare manifestazioni per difendere la categoria degli agenti.
“Non è possibile criminalizzare un’intera categoria che quotidianamente rischia la propria incolumità per il prossimo” sbotta subito Matteo Bianchi segretario generale del Coordinamento pr l’indipendenza sindacale delle forze di polizia. Bianchi ce l’ha con la presentazione degli avvenimenti che si terranno nella prossima estate nel “mese del ricordo” ed organizzati per ricordare a distanza di dieci anni gli eventi del G8 del 2001. I movimenti però non puntano il dito contro i poliziotti e le violenze avvenute in quei tre tragici giorni, ma intendono sottolineare come a distanza di un decennio i temi della politica per dire no a summit dei grandi siano ancora più validi ed attuali.
“Per noi è importante tornare a Genova per riflettere sul messaggio lanciato dal social forum nel 2001 oggi più che mai attuali con il rischio della privatizzazione dell’acqua e le rivolte dei paesi del Nordafrica, tanto per fare due esempi” hanno ripetuto per non essere fraintesi gli organizzatori delle manifestazioni. Ma tant’è il Coisp non si fida e teme che i convegni previsti per luglio, a cui ha dato l’adesione anche la Cgil, possano finire con la “solita campagna di criminalizzazione dei poliziotti”. Bianchi nonostante i propositi delle associazioni no global ribadisce che “non è più accettabile che si crei un unico calderone dove temi di ampio respiro convivano con avvenimenti tragici, accostando la crisi economica a fatti violenti, sui quali peraltro si è già pronunciata la magistratura, dimenticando i saccheggi e le violenze che hanno messo in campo i manifestanti”.
Discorso a parte merita, a detta di Bianchi, la posizione della Cgil, che pur avendo il 25 per cento dei poliziotti genovesi fra i propri attraverso il Silp, “aderisce alle manifestazioni del prossimo luglio”. “Purtroppo però – precisa Bianchi – il sindacato confederale non si è mai preoccupato di organizzare un convegno o manifestazione a favore dei lavoratori della polizia che nei giorni del 2001 hanno visto la morte in faccia per difendere i principi di legalità e democrazia e poi si sono visti accusare tutti a causa di errori commessi da pochi. In quei giorni all’ospedale finirono anche gli esponenti delle forze dell’ordine. Vittime anche di fatti gravi. Basterebbe ricordare l’incendio del blindato dei carabinieri”.
Il segretario Coisp è critico anche con la sindaco di Genova Marta Vincenzi, “ha sempre mostrato scarsa attenzione nei confronti delle forze di polizia. Occorrerebbe, a dieci anni di distanza, affrontare i fatti del 2001 con più equilibrio e senza generalizzare. Chi ha sbagliato pagherà e non è colpa della categoria se chi è stato condannato per reati commessi durante il G8 non è stato rimosso, anche se per trarre delle conclusioni in tal senso bisogna attendere l’ultimo grado di giudizio da parte della magistratura”.
Dura la reazione di Roberto Traverso, segretario Silp per la Cgil di Genova, con il collega Bianchi. “Non capisco la sua uscita, non fa altro che gettare benzina sul fuoco, forse cerca visibilità e nuove tessere, mentre sarebbe il caso, come da noi auspicato pubblicamente più volte, di proseguire il discorso di dialogo e di riconciliazione per arrivare a voltare pagina sui fatti del G8. I veri colpevoli a nostro avviso sono i responsabili del dipartimento di sicurezza che hanno lasciato sola la truppa e promosso i funzionari responsabili di gravi reati”.

MICHELE VARI'