PROCESSO DIAZ - La sentenza

2. Eventi antecedenti

Eventi antecedenti

Fassio Guido (udienza 6/12/2007)
(verbaletrascrizione)
Abito in via Battisti al civico 7; il venerdì 20 nel pomeriggio scesi da casa per spostare la mia autovettura che era posteggiata in piazza Merani, dato che avevo sentito in televisione che vi era la possibilità dell’arrivo in zona di gruppi di black block.
Vi era un certo “movimento” in strada; vi era un gruppo di circa una decina di ragazzi alcuni con cappuccio, alcuni con viso coperto, dialetto napoletano o romano, che avevano preso dai cantieri vicini qualche attrezzo; questi ragazzi mi pare che venissero respinti da coloro che si trovavano all’interno della sede del social forum; vidi un tafferuglio spinte e controspinte.
Vi erano alcuni cavalletti che delimitavano un cantiere mi pare proprio di fronte al civ. 7; i ragazzi che cercavano di entrare nella Pascoli li spostarono in modo da bloccare l’afflusso lungo via Battisti

Fornalè Francesco (udienza 6/12/2007)
(verbaletrascrizione)
Abito in via Battisti al civico 4;  ricordo di aver visto alcuni ragazzi arrampicati sui ponteggi intorno alla Diaz.  Ho notato che alcuni ragazzi si cambiavano d’abito sulla strada davanti alla scuola.
C’erano due macchine una con targa straniera ed una con targa Verona sempre posteggiate davanti alla scuola; arrivavano i ragazzi che cambiavano la tuta nera che indossavano ed il casco o il passamontagna e si vestivano normalmente e quindi entravano nella scuole; questo fatto lo notai il pomeriggio in cui avvenne lo scontro in corso Marconi. Ero stato sopra corso Marconi, ma dopo il lancio dei lacrimogeni rientrai in casa e dal balcone vidi i ragazzi che arrivavano da corso Marconi e che si cambiavano. I ragazzi entravano ed uscivano dalla scuola senza problemi.
Ho visto gruppi di poliziotti, dieci quindici, che scendevano da piazza Merani verso la Diaz; poi vidi alcuni ragazzi feriti che dalla scuola venivano portati sulle ambulanze. Vidi solo l’inizio dell’operazione perché poi mi ritirai anche perché si sentivano scoppiettii, credo di lacrimogeni.

Tumiati Giuseppe (udienza 6/12/2007)
(verbaletrascrizione)
Abito in via Trento al civico 7 al secondo piano su via Trento e al terzo su piazza Merani; il mio appartamento ha le finestre ed anche un poggiolo sulla piazza sopra il Supermercato “Di per Di”.
Il pomeriggio del venerdì vidi alcune auto con targa stranera ed alcuni ragazzi che si cambiavano d’abito; vidi anche i ragazzi che rovesciavano i bidoni della spazzatura verso piazza Merani.
Il sabato pomeriggio verso le sedici e trenta vidi alcuni ragazzi che rovesciavano bidoni della spazzatura e si cambiavano i vestiti indossando tute tipo da lavoro.
Verso le 9 del venerdì vidi arrivare anche un furgoncino “Amico blu” dal quale vennero scaricate e date ai ragazzi alcune borse.  Verso le 17,30 portai fuori il cane e mi recai sopra via Marconi; vidi verso il mare caos e auto rovesciate.
Tornato vidi diversi ragazzi che avevano in mano bastoni, ma prevalentemente bottiglie di birre. Andai a dormire, verso mezzanotte mi svegliò mia moglie e affacciatomi, vidi la strada piena di militari con casco e scudi; c’era una gran confusione, si sentivano grida ed urla; poi vidi un signore con la fascia tricolore che si diresse verso un gruppo di ragazzi che stavano arrivando ed evidentemente li convinse a tornare indietro.
Vidi alcuni feriti su piazza Merani, sette o otto (avevano cerotti o mani fasciate), alcuni sanguinavano; non mi pare fossero italiani; si mettevano vicino alle auto con targa straniera. Ricordo che il pomeriggio del  venerdì   vidi diversi giovani feriti che entravano nella scuola.
Oggi i miei ricordi non sono precisi; all’epoca ricordavo i fatti molto meglio e li descrissi ai Carabinieri.
Quando dico che si cambiavano intendo dire che si toglievano gli abiti normali ed indossavano tute da “battaglia”. Non ricordo se avessero passamontagna; avevano cappucci che potevano abbassare, ma non ricordo di averli visti a viso coperto; vidi arrivare una macchina piccola da cui scesero due uomini ed una donna che parlarono con gli anarchici.
Ricordo una ragazza con un grosso cane nero, che accompagnò i ragazzi verso la Pascoli; chiamai anche il 112 ma non intervennero. Più tardi li vidi tornare in piazza Merani, togliersi le tute nere, stendersi a terra e scrivere qualcosa; mi pare che i vestiti neri siano stati gettati nel bidone della spazzatura. Ciò avveniva presso le auto straniere con  i portelloni aperti. Si prepararono con fornelletti il pranzo e poi li vidi dirigersi e tornare alla scuola Pascoli.
Ricordo diverse persone tra cui diverse ferite che entravano nella Pascoli.
La sera del sabato verso le 21, insieme a mia moglie passai vicino al Planet; avevamo portato fuori il cane, e vidi molti ragazzi che sembravano tutti ubriachi; ricordo che in tale occasione vidi un furgone bianco posteggiato nello spiazzo su cui diversi dei giovani di cui ho detto caricavano fasci di bastoni, mazze; vidi anche alcuni giovani che erano entrati nel mio portone e che salivano lungo le scale.
Vidi alcune macchine della polizia che, provenendo da via Pozzo, si fermarono vicino al Planet. Oggi non ricordo se le auto vennero circondate dai giovani; sentii soltanto il rumore come di una giravolta da parte delle auto.
La sera del sabato i militari erano schierati in piazza Merani mentre lungo via Battisti vi erano molti giovani che lanciavano oggetti di vario tipo - sassi, bastoni - contro le forze dell’ordine; poi si ritirarono tutti nelle scuole.
I giovani vestiti di nero entravano ed uscivano dalle scuole tranquillamente.
Nel filmato che mi viene mostrato (Rep.  dep. in occasione dell’escussione della teste Bragazzi) si vedono i miei poggioli, che sono i primi all’angolo  a destra al terzo piano.
Quando mi affacciai vidi le forze dell’ordine ferme in piazza Merani all’inizio di via Battisti. Vi era il signore con la fascia tricolore che si dirigeva verso i giovani. La fascia era come quella visibile nel filmato che mi viene mostrato (Rep.  177- 5 p 19 min. 08,33 - estratto) ma il signore che la portava non era la stessa persona: era senza casco e un po’ calvo.
Non ho visto persone ferite sulla piazza.
Il lancio di oggetti di cui ho detto avvenne sulla strada da parte di un gruppo di giovani che si trovavano a una trentina di metri dalle forze dell’ordine, prima dell’intervento del signore con la fascia; discussero per un po’ e quindi i giovani rientrarono nella Pertini.

Calandri Maurizio (udienza 12/12/07)
(verbaletrascrizione)
Ero titolare del bar “Il Glicine” in via Battisti.
Nei giorni precedenti al venerdì non ho notato alcun evento particolare. Vi era molta più gente del solito, ma nulla di anormale.
Il sabato nel primo pomeriggio venni avvertito da un amico che vi era un gruppo di giovani che salendo da piazza Tommaseo, dove erano accaduti incidenti, si dirigevano verso Albaro. Decisi quindi di chiudere il locale anche perché avevo tavolini all’aperto e volevo evitare qualsiasi problema. Dopo circa mezzora vidi arrivare un gruppo di qualche decina di giovani; io avevo già chiuso e mi allontanai passando tra loro. I ragazzi erano vestiti normalmente; qualcuno portava peraltro dei bastoni; non mi ricordo che indossassero caschi; qualcuno forse aveva delle sciarpe.  
Arrivavano da via Trento verso via  Battisti e piazza Merani 

Giovini Marco (udienza 13/12/2007)
(verbaletrascrizione)
Abito in via Battisti, 7. All’epoca dei fatti mi trovavo nella mia abitazione.
Nel primo pomeriggio di sabato dalle finestre della mia abitazione vidi l’arrivo di un centinaio di persone bardate, incappucciate con passamontagna neri, che arrivarono marciando, preceduti da alcuni suonatori di tamburi, i quali risalirono Via Trento;vi erano molti vessilli di color nero e bandiere; provenivano da via Trento; un gruppo proseguì lungo via Trento ed un altro svoltò verso piazza Merani, scendendo poi verso via Battisti; il gruppo che proseguì su via Trento ruppe i vetri di una cabina telefonica. Per quanto ricordo li vidi soltanto una volta; venni sentito dai Carabinieri; oggi ricordo soltanto un episodio; quanto allora dichiarai e cioè che vidi due volte i gruppi di giovani bardati, uno il venerdì ed uno il sabato, era certamente quanto avevo visto; avevo certamente un ricordo migliore.
La sera del sabato ero uscito con la mia compagna; verso le 21 vidi un’auto, mi pare di colore chiaro, che transitava a velocità sostenuta in via Battisti, ove si trovavano numerosi ragazzi circa duecento, che si dovettero spostare per far transitare la vettura; cominciarono ad inveire e ad inseguire l’auto; forse qualcuno riuscì anche a colpirla con calci nel paraurti posteriore. Ero in via Battisti piuttosto verso il basso all’incrocio con via Trieste.
Ricordo di aver visto in via Battisti tre o quattro persone che portavano vistosi bendaggi.   

D’Agnano Vincenzo (udienza 9/1/08)
(verbaletrascrizione)
All’epoca del G8 ero uno dei funzionari aggregati alla Questura di Genova,  io dirigevo un commissariato a Milano. Il mio codice era “Gamma 10”         
Non ricordo la conversazione che mi viene fatta ascoltare (21/7/2001 ore 11,51), ove si parla di un furgone nei pressi della Caserma perché io ero in un’altra zona in attesa dell’arrivo dei manifestanti; venni però successivamente incaricato di recuperare il furgone in questione, ben dopo le 11,51; mi venne riferito, mi pare per radio, che altri contingenti avevano fatto tentativi per recuperare il furgone, ma che non era stato possibile per la presenza di numerosi manifestanti; mi era stato detto che il furgone era stato notato all’interno dei cortei mentre dallo stesso venivano distribuiti bastoni ai manifestanti.
Intervenni poi presso il centro di accoglienza,  ove si trovava il furgone; lo abbiamo aperto e all’interno abbiamo trovato del materiale (aste, volantini con alcune cartine di Genova indicanti i punti strategici, casse acustiche, amplificatori, fionde, caschi, anche maschere, se non vado errato, qualche maschera antigas); l’abbiamo recuperato e portato presso la Caserma di Bolzaneto  con i fermati.
Confermo la relazione a mia firma che mi viene mostrata. Personale della squadra mobile venne poi incaricato di effettuare altri servizi di perquisizione.
La conversazione delle 14,36 sul Can. 12 (min. 8,40 al min. 10,12) riguarda l’accompagnamento dei fermati alla caserma Bolzaneto. So che le persone accompagnate a Bolzaneto vennero arrestate.
La presenza del furgone venne segnalata dalle telecamere dell’elicottero; dalla visione delle immagini era stato individuato il furgone con intorno alcune persone a cui venivano distribuiti bastoni; mi pare che le immagini siano state viste dal dr. Costantini.
Conosco di nome il dr. Gratteri, ma non ricevetti da lui disposizioni circa il furgone.
Ritenni di accompagnare per l’identificazione anche alcune persone che erano intorno al furgone e che l’elitel aveva indicato con la maglietta a righe bianche e rosse.
La centrale operativa mi aveva incaricato di recuperare il furgone e di identificare le persone con le magliette a righe rosse indicate dall’elicottero. Due erano già state identificate dall’Isp. Marinari e dal dr. Costantini.La persona che possedeva le chiavi del furgone venne reperita dagli stessi poi accompagnati in caserma.

 

Crea Vincenzo (udienza 9/1/08)
(verbaletrascrizione)
Ero Capo Gabinetto della Questura di Genova. Il  21 luglio, giorno in cui era previsto il corteo internazionale che doveva partire nel pomeriggio, fin dalle prime ore del mattino erano iniziate manifestazioni con incidenti in diversi luoghi; alle 9,30 mi pare vi fossero stati incidenti in piazza Paolo da Novi.
Ricordo che tra le tante segnalazioni che arrivavano sia da privati cittadini sia dal Comune e dalla Provincia circa gruppi di manifestanti che si travisavano, ve ne fu una proveniente da Terralba, mi pare proprio nella mattina del 21; venne inviato un contingente che peraltro sul posto non trovò nessuno; un altro intervento mi pare venne effettuato presso la Caserma di via dei Mille, attaccata da gruppi di manifestanti con lancio di bottiglie; in tale occasione vennero anche lanciati alcun lacrimogeni.
Il corteo internazionale era formato da oltre centomila persone.
L’operazione presso villa Imperiale, nei pressi di Terralba, per quanto ricordo, iniziò verso le 8 – 8,15; la disposizione di intervenire probabilmente la diedi io stesso.   A villa Imperiale credo che si sia recato un contingente con due funzionari.
Ricordo di aver mandato un contingente all’ordine del dr. Marotta presso una struttura dove era stata segnalata un’aggregazione di persone travisate ed armate. Il dr. Marotta poi mi telefonò dicendomi che la situazione era molto pericolosa perché i manifestanti erano tanti ed io li feci rientrare; mi pare che questo sia avvenuto nel pomeriggio del 21.
La sera del 20 si era reso necessario fare una variazione di servizio, sostituendo tutti i militari dei CC. con personale della polizia di stato per motivi di sicurezza. Vi fu una riunione verso le due del mattino in cui si decise tale sostituzione. Verso le sei del mattino andai a casa e poi tornai in ufficio.
Dopo la manifestazione internazionale la sera andai a cena; ricevetti mentre mi trovavo alla mensa una telefonata del Questore che mi diceva di individuare un contingente di circa centocinquanta persone per una perquisizione; alla mensa vi era anche il dr. Donnini ed il dr.Canterini e così venne reperito il contingente che poi si recò alla Questura e quindi alla Diaz.

Nannucci Francesco (udienza 9/1/08)
(verbaletrascrizione)
All’epoca ero dirigente della squadra mobile della Questura di Reggio Emilia e fui aggregato per motivi di ordine pubblico alla Questura di Genova; fui uno dei due funzionari responsabili dell’accesso nella zona rossa attraverso i varchi predisposti. Il sabato mattina peraltro venni impiegato con modalità diverse.
Mi riconosco nella conversazione radio del 21/7/2001 delle ore 6.27 che mi viene fatta ascoltare; “gamma 199” corrisponde alla mia voce. Nella notte venni avvisato dal dr. Crea che verso le sei avremmo dovuto fare un controllo presso una villa ove erano state segnalate alcune persone travisate. Quando arrivammo però non trovammo nessuno. Fummo dirottati su un altro obiettivo, l’ex ospedale psichiatrico di Quarto, ove erano accampate diverse persone. Lungo il percorso ci lanciarono sui mezzi di tutto e in particolare nella prossimità dell’ospedale bottiglie bulloni ecc.   
Nella conversazione delle ore 9.58 del 21/7/2001, canale 12, dal minuto 00.40 riconosco in “gamma 6” la voce del dr. Venezia.
Lungo la strada vi erano moltissime persone; nei pressi dell’ospedale vidi che stavano uscendo centinaia di persone verso i nostri mezzi: si decise allora di rientrare, non tramite corso Europa ma dall’autostrada. Non so se vi furono altre perquisizioni in quel centro.
Feci una relazione di servizio circa un mese dopo, anzi leggo la data del 6 agosto. Mi venne richiesta dal Ministero; giunse un telex che chiedeva a tutti i funzionari che avevano operato di redigere una relazione circa la loro attività.

Mascia Raffaele (udienza 9/1/08)
(verbaletrascrizione)
Dirigevo la Squadra Mobile della Questura di Viterbo e venni aggregato alla Questura di Genova per compiti di ordine pubblico.
La mattina del 21 dovevo effettuare un controllo a villa Imperiale sotto la direzione del dr. Venezia; mi vennero assegnati circa cinquanta uomini. Durante il trasferimento venni dirottato dal dr. Venezia verso la caserma di Sturla ove rimasi sino alla sera.
Nella conversazione del 21/7/2001 delle 8.48, canale 12,  riconosco in “gamma 114” la mia voce; probabilmente eravamo appena entrati a villa Imperiale, quando giunse la comunicazione di recarci alla caserma di Sturla.
Ricordo la conversazione delle ore 12.03.04; era stato segnalato un furgone che trasportava bastoni e spranghe e ci incaricavano di uscire su via dei Mille, per intercettarlo. Non vedemmo il furgone; rimanemmo sulla via per diverso tempo e poi rientrammo.
Successivamente mi venne richiesta una relazione di servizio, mi pare ad agosto; confermo la data del 15 agosto. Mi venne chiesta dalla Questura di Viterbo, che la sollecitavano per conto della Questura di Genova.
Segnalai le cose che ricordavo e che ritenevo più importanti.

Trotta Diego (udienza 24/01/08)
(verbale - trascrizione)
Ero incaricato di svolgere attività di controllo nella zona rossa a ridosso di piazza Matteotti.
Mi erano stati affidati due sottufficiali di Genova che mi coadiuvavano quali scout.
La sera del 21 uno dei due sottufficiali, un ispettore della squadra mobile di Genova, mi avvertì di aver saputo da fonte confidenziale che un bar, aperto nonostante il divieto di apertura, in una zona mi pare non molto lontano dalla Questura, era frequentato da appartenenti al black block, o comunque da persone vestite di scuro, che acquistavano tabacchi ed alcolici.
Diedi quindi disposizioni all’Ispettore che, peraltro, lavorando alla squadra mobile doveva necessariamente recarsi presso i propri uffici a fine turno, di avvertire immediatamente l'unità di crisi, composta da funzionari dello SCO della squadra mobile di Genova. Telefonai al dr. Caldarozzi soltanto successivamente; lo chiamai per sincerarmi che la notizia gli fosse giunta. Peraltro la telefonata durò pochi istanti perché lui era impegnato in altre situazioni.

Spada Lucia (udienza 24/01/08)
(verbale - trascrizione)
All’epoca abitavo a Genova in via Battisti n. 7 int. 14, accanto alla scuola Diaz. Le mie finestre davano su piazza Merani e via Cadore.
Dato il tempo trascorso non ho un ricordo preciso dei fatti.
Ricordo che nel pomeriggio del venerdì vidi che la parete della scuola era tappezzata da cartelli di cui uno molto grande con una grossa “A” del movimento anarchico ed altri che inneggiavano al contrasto violento al potere. Ero con mia figlia. 
Vidi anche alcuni ragazzi armati con bastoni o pezzi di tubo.
La mattina del sabato ero nella terrazza sopra la casa e la mia attenzione venne attratta da alcuni ragazzini sul tetto della scuola, che stavano svitando pezzi dell’impalcatura e li passavano ad altri che li calavano all’interno della scuola attraverso un abbaino; gridai in inglese ad una ragazzina che era pericoloso, ma questa mi rispose che non importava. La ragazza era molto giovane e frugava in un secchio prendendo strumenti vari, tipo martelli.
Sulla strada avevo visto alcuni furgoni, ed in particolare uno bianco con targa tedesca intorno al quale vi erano giovani che caricavano zaini.
Mio genero (Elagienbay Sise) mi disse di aver visto il sabato sera alcuni giovani che lanciavano lattine ed altri oggetti contro alcuni veicoli che transitavano in via Battisti.
La telefonata al 118, nella quale una donna avvisa la polizia che i ragazzi sul tetto stavano smontando i ponteggi,  che mi viene fatta ascoltare potrebbe essere la mia; non riconosco la mia voce, ma il contenuto è conforme a quello che ho visto.

Angarella Paola (udienza 31/01/08)
(verbaletrascrizione)
Abitavo in via Battisti al civico 3/8, accanto alla Pertini di fronte alla Pascoli.
Verso le 4 del pomeriggio del sabato mentre ero sul terrazzo con mia suocera, vidi sopraggiungere un gruppo di giovani, saranno stati una quindicina, vestiti di nero, con cappucci ed il volto coperto e con mazze e bastoni, che entrarono nel cortile della Pascoli, non ricordo se entrarono nell’edificio; non li vidi più uscire.
Più tardi verso le 18 – 19 sentii delle grida “assassini” ed un certo trambusto, ma non vidi nulla.
Non ricordo di aver visto transitare ragazzi con ferite e sanguinanti, se all’epoca dissi di averli visti evidentemente era così; oggi non ricordo di aver visto quelli sanguinanti mentre ricordo quelli feriti e fasciati. 

Curto Calogero (udienza 07/02/08)
(verbaletrascrizione)
All’epoca abitavo in via Battisti; dal terrazzo della  mia abitazione, all’epoca privo di barriere perché sottoposto a lavori, potevo vedere le due scuole, via Battisti e piazza Merani.
Ricordo un furgone con targa straniera posteggiato in piazza Merani.
Il giovedì 19 mentre transitavo in via Cocito, vi era molta gente appollaiata sui muretti di via Battisti e via Cocito; vidi persone che avevano zaini, zainetti e materiale non meglio identificato.
La cosa che mi colpì di più fu che ad un ragazzo che aveva accanto a sé un qualcosa, coperto da un telo, si avvicinò uno degli altri ragazzi che erano nella zona, chiedendogli che cosa vi fosse sotto, e questo alzò il pezzo di stoffa e così vidi che era un “martellozzo” di grosse dimensioni, di quelli da spaccapietre; lo mostrò all'altro ragazzo con un atteggiamento compiaciuto, come dire: "Guarda, che cosa siamo riusciti a rimediare".
Il sabato mattina verso le 11, mentre stavo prendendo il sole sul terrazzo nella parte verso la Diaz che era contornata da impalcature, vidi alcuni ragazzi che smontavano i tubi delle impalcature; li ripresi ma i ragazzi farfugliarono qualcosa. Cercai di attirare l’attenzione di un elicottero della polizia che si avvicinò e a cui indicai quanto stava accadendo nella scuola, ma non so se venni visto.
Non vidi per quanto ricordo persone ferite nelle giornate di venerdì e sabato; quanto dichiarai a suo tempo circa l’arrivo di ambulanze che caricavano o scaricavano feriti nel cortile della scuola, corrisponde certamente a ciò che avevo visto; all’epoca avevo un migliore ricordo, oggi ricordo soltanto le ambulanze. Mi riferivo ad ambulanze che vidi il venerdì ed il sabato prima dell’irruzione della polizia.
Ricordo che sabato pomeriggio tardi verso le 20 - 20,30, mentre stavo cenando con mio genero, mia figlia e la mia ex moglie sul terrazzo, sentii un rumore sulla strada e affacciatomi vidi un’auto della polizia che si stava allontanando e diversi giovani da entrambi i lati che lanciavano verso l’auto oggetti di piccole dimensioni, potevano essere bulloni o pietre. Ora che mi viene riletto quanto dichiarai a suo tempo, ricordo con più precisione che arrivai ad affacciarmi quando l’auto della polizia si stava ormai allontanando e fu mio genero a dirmi di aver visto transitare due auto della polizia; peraltro oggi non ricordo quanto mi disse mio genero. I giovani continuavano a lanciare oggetti verso l’auto che ormai si trovava in piazza Merani.
Ricordo che la notte al momento dell’arrivo delle forze dell’ordine, vidi tre giovani con zaini che passando sulle impalcature scesero dietro all’edificio e si rinchiusero in un gabbiotto; le forze dell’ordine se ne accorsero, entrarono nel gabbiotto li fecero uscire, li fecero stendere a terra e poi li accompagnarono fuori senza peraltro toccarli.
Non ricordo di aver visto particolari tafferugli; ricordo di aver visto lanciare oggetti di piccole dimensioni dai terrazzi delle due scuole, dopo che la polizia era entrata nel cortile.  
La sig.ra Spada Lucia è la mia ex moglie.
Le foto che mi vengono mostrate raffigurano quella in alto piazza Merani e l’altra via Battisti con le due scuole secondo la visuale che avevo dal mio terrazzo (alleg. faldone 15 f. 496); il furgone è quello di cui ho parlato.  
Non ho visto lo sfondamento del cancello ho visto le forze dell’ordine che entravano nei cortili.
Il lancio di oggetti lo vidi quando le forze dell’ordine entrarono nel cortile; io vedevo bene la scuola Pascoli; vidi le persone alle finestre della scuola Pascoli.
Scrissi una lettera al “Giornale” in cui raccontavo quanto avevo visto; dopo qualche giorno mi chiamò il dr. Mortola chiedendomi un incontro e mi fece alcune domande che vennero verbalizzate e poi venni chiamato dai CC. di Piccapietra che mi fecero più o meno le stesse domande.

Zazzaro Pasquale (udienza 13/02/08)
(verbaletrascrizione)
All’epoca dei fatti coordinavo i servizi della centrale operativa della Questura; rimasi nella centrale operativa per la maggior parte del tempo. Il dr. Papa era insieme a me, ricordo anche il dr. Costantino.
Vi erano due sale per seguire gli eventi: in una vi erano tutte le forze dell’ordine, nell’altra venivano coordinati tutti i servizi di ordine pubblico, le volanti, le telecamere, i servizi di vigilanza alla zona rossa. Tutte le comunicazioni venivano registrate automaticamente con l’indicazione dell’ora e della linea sulla quale arrivavano. La funzione del servizio era principalmente di coordinamento, peraltro spesso era presente il Questore o anche il Pref. Andreassi, per cui alcune decisioni vennero assunte in tale sala operativa. 
La sera del 21 non ero presente in Questura.
I tracciati audio che mi vengono fatti ascoltare (CD depositato dalla difesa il 30/1/08) si riferiscono alle chiamate al 113 effettuate il venerdì 20; vi furono in effetti diverse segnalazioni circa movimenti delle tute nere e dei manifestanti, che si preparavano con bottiglie incendiarie; vi erano telefonate che segnalavano movimenti intorno alla scuola Diaz, poco prima dell’attacco alla Polstrada di via Saluzzo.
Ricordo che alla Foce spingemmo i manifestanti verso piazza Tommaseo, una parte assaltò la caserma della Polstrada, poi il gruppo si divise in due tronconi,  uno andò in via Albaro, l’altro verso la Foce. 
Gli interventi erano piuttosto difficili perché per arrivare in Albaro si dovevano superare altri sbarramenti di manifestanti che impedivano il passaggio.
Nella telefonata del 21 luglio alle ore 9,58 che mi viene fatta ascoltare, “gamma 6” potrebbe essere il codice del dott. Venezia, che comandava un contingente di circa cento uomini. Trovò difficoltà ad effettuare l’intervento per l’elevato numero dei presenti. Il primo tentativo di accesso alla Paul Klee non riuscì. Poi l’elicottero notò un camion che distribuiva mazze; si cercò di intercettarlo, ma non era facile intervenire, era all’interno della manifestazione. In sala operativa in quel momento non so dire se vi fosse anche Costantino, presente nel corso della giornata. Il furgone venne bloccato quando tornò nella zona di Quarto, non so dire il luogo esatto dove lo trovammo.
Conosco il dott. Rollo, non ricordo che ruolo ebbe nella vicenda, prestava servizio per ordine pubblico, il suo codice poteva essere “gamma 4”.
Nella registrazione delle ore 13,06 can 12, in cui si dispone lo spostamento di “gamma 4” all’ex ospedale psichiatrico di Quarto riconosco la mia voce.  Davo disposizioni di intervenire perché il furgone era stato notato in quel luogo.
Non ricordo a chi corrispondesse il codice “gamma 10”; per quanto ricordo il dr. Dagnano nel mattino era stato impegnato in un altro intervento; come rilevo dalla copia del brogliaccio delle comunicazioni, in effetti “gamma 10” era il codice del dr. Dagnano. Non ricordo l’esito del secondo intervento alla Paul Klee né chi vi abbia partecipato. La conversazione delle 14.36 dal minuto 08.40 è la telefonata relativa all’accompagnamento dei fermati del Paul Klee a Bolzaneto; si stava discutendo sul personale da impiegare per tale servizio. Mi pare che la voce che si sente nella comunicazione sia quella del dr. Papa.
Ricordo le telefonate del 21 luglio delle 11.12.32 e delle 11.27: sono transitate sul 113, non ricordo invece che cosa facemmo in seguito alle stesse.
In quei giorni arrivavano moltissime segnalazioni.

Gullo Alessandro (udienza 13/02/08)
(verbaletrascrizione)
Ero uno dei funzionari inserito nei turni presso la sala operativa.
La sera del sabato 21 ero in servizio nella sala operativa dalle ore 17 - 17,30 circa.
La manifestazione principale terminò verso le 20 – 20,30 ed iniziò il deflusso dei manifestanti.
Verso le 21,30 - 22  ricevetti una telefonata dall’Ufficio di Gabinetto, mi pare dal dr. Salvo, nella quale mi si diceva di convocare alcuni funzionari in Questura per una riunione.
Più tardi mi venne detto che vi sarebbe stata un’operazione di polizia giudiziaria, una perquisizione.  
Nella conversazione delle 21,11, che mi viene fatta ascoltare, il funzionario che parla con me è il dr. Di Sarro.
La centrale operativa non era al corrente dei pattuglioni o che vi fosse un servizio in atto; non segnalammo loro le telefonate arrivate per i movimenti intorno alla Diaz. Non riesco a ricordare se alle 21 del sabato vi siano state segnalazioni di movimenti alla Diaz; di telefonate con segnalazioni ve ne furono tantissime.
Non ricordo specificamente le segnalazioni di cui alle telefonate che mi vengono fatte ascoltare (21,11, 21,26, 21,26), né se venne mandato qualcuno; non ricordo la telefonata delle ore 21,38,07 can. 15; come ho detto ne pervenivano moltissime dello stesso tipo.
Nella comunicazione delle  01,28 non sono io che parlo con Murgolo; non ricordo la telefonata delle 01,31,06 (circa l’arrivo di manifestanti con bottiglie molotov).
L’interesse primario era quello di garantire il deflusso dei manifestanti; non ricordo se ci fu dato come ordine, era implicito. Non ricordo di aver saputo da qualche telefonata di un’aggressione ad una pattuglia della polizia che passava nei presso della Diaz. Alla centrale operativa arrivavano tutte le comunicazioni; se fossero arrivate segnalazioni di fatti di particolare gravità tutti i presenti lo avrebbero saputo. Se mi avessero parlato di un’aggressione me ne sarei ricordato.

Guerci  Elsa (udienza 14/02/08)
(verbaletrascrizione)
Abito e abitavo all’epoca in via Trento; le mie finestre danno su piazza Merani.
Il 20 vidi partire alcune famiglie e nel pomeriggio arrivare diversi ragazzi da via Trento con tamburi, bandiere rosse e nere; avevano distrutto la cabina del telefono; li vidi scendere verso piazza Merani e andare verso la scuola. Ho visto delle persone anziane scappare dalla Diaz; le ho viste preoccupate.
I ragazzi avevano spranghe come dichiarai a suo tempo, ma oggi non ricordo se avessero il volto mascherato con passamontagna. 
Oggi non ricordo dove si è diretto il corteo, ma ciò che a suo tempo dissi e cioè che si erano recati alla scuola Diaz,  certamente risponde a quanto vidi.
Nei giorni precedenti avevo visto alcune persone che indossavano vestiti con disegnata  una croce e la scritta ausiliari servizio sanitario, che giunti su due furgoni portavano pacchi con  materiale sanitario.  
Il sabato sera uscii con il mio compagno; percorsi via Battisti e vidi diversi ragazzi che parlavano lingue straniere; alcuni avevano ferite.
Da via Trieste giunse una macchina a forte velocità, mi pare bianca, che puntò contro di noi toccandomi di striscio; vi fu una reazione di tutti  giovani che iniziarono ad urlare contro la macchina.
Più tardi, ero rientrata in casa, sentii delle grida in strada e vidi che stava transitando un’altra vettura. Mi pare che poi sia passata una vettura della polizia e si ripeté la scena che già ho descritto.

Martinelli Anna (udienza 05/03/08)
(verbaletrascrizione)
All’epoca dei fatti risiedevo al nr. 10 di via Battisti, di fronte alla scuola Diaz: ero custode del palazzo.
Il sabato pomeriggio ero sul terrazzo del palazzo; notai alcuni ragazzi che armeggiavano sui ponteggi a sinistra dell’ingresso della scuola Diaz; stavano cercando di smontarli, ma non ho visto se vi riuscirono. Non ricordo con precisione a quale ora avvenne il fatto: saranno state le quattro o le cinque, ma se a suo tempo dissi le diciannove può essere quella l’ora anche se oggi non lo ricordo.
Non ricordo di aver visto feriti né il passaggio di auto delle polizia. Verso le 19 sentii un gran vociare sulla strada ma ero all’interno del caseggiato e nulla vidi di quanto accadeva. In effetti mi pare che il sabato fosse aumentato il numero dei giovani presenti presso la scuola.