#CABLE 08NAPLES37 –CRIMINE ORGANIZZATO IN ITALIA II: COME IL CRIMINE ORGANIZZATO DISTORCE I MERCATI REF: (A) NAPLES 36 (B) 07 NAPLES 119 NAPOLI 00000037 001.2 DI 004 CLASSIFCATO DA: J. PATRICK TRUHN, CONSOLE GENERALE, AMCONGEN NAPOLI, STATE. MOTIVO: 1.4 (b), (d) 1. (U) Sommario: questo è il secondo documento di una serie di tre; questo messaggio esamina la dimensione economica del crimine organizzato in Italia meridionale. Secondo uno studio recente, il crimine organizzato è il maggiore segmento individuale dell’economia italiana, ammontando al sette per cento del PIL. Ovunque è presente, il crimine organizzato distorce i mercati. Mentre in alcuni casi abbassa i prezzi (ma generalmente con effetti collaterali nocivi) in generale le sue attività (ad esempio le estorsioni, i brogli nei contratti pubblici) portano a costi più elevati per il governo, gli imprenditori e i consumatori. Le stime su quanto il crimine organizzato costi al paese sono approssimate al meglio e non sempre tengono conto delle opportunità perse di investimenti esteri, degli effetti perniciosi sull’ambiente e la salute, delle perdite dovute a corruzione e inefficienza e dei costi sociali dovuti a percentuali più elevati di tossicodipendenze e di reati connessi alla droga. I tre principali gruppi criminali organizzati in Italia guadagnano migliaia di miliardi di euro all’anno, secondo le stime. Fine sommario. Crimine organizzato: imprenditori con le armi — 2- (U) Spesso considerato un fenomeno politico o sociale, il crimine organizzato in Italia, così come in ogni paese, è prima di tutto e soprattutto una questione di affari. Un rapporto del 2007 dell’associazione imprenditoriale Conferescenti [sic] stima che sia il settore maggiore dell’economia italiana, con 90 miliardi di euro (143 miliardi di dollari) di giro d’affari, pari al sette per cento del PIL, e 20.000 “dipendenti”. Tuttavia, poiché l’attività illegale è per definizione clandestina è impossibile quantificare tutti i suoi effetti sull’economia. Il crimine organizzato distorce i prezzi (per lo più al rialzo, ma a volte al ribasso); mina le attività legittime; scoraggia l’imprenditoria e la creazione di grandi imprese e ostacola la crescita economica non solo nel Sud bensì in tutta l’Italia. L’Istituto di Statistica del governo Italiano (ISTAT) ha calcolato a fine 2007 che l’economia sommersa dell’Italia ammonta a circa il 18 per cento del PIL totale; non tutta l’economia in nero, tuttavia, è gestita dal crimine organizzato. Secondo uno studio del 2008 della Fondazione Rocco Chinnici, le estorsioni, i prestiti ad usura, il riciclaggio di denaro sporto, l’evasione fiscale e lo spreco di fondi pubblici sono stati stimati costare all’economia della Sicilia un gravoso miliardo di euro all’anno, ovvero l’1,3 per cento del PIL dell’isola. Secondo un altro studio dell’Istituto Eurispes (un istituto di ricerca italiano) Cosa Nostra guadagna all’anno dalle sue attività più di 8 miliardi di euro ( 12,7 miliardi di dollari); la Camorra guadagna circa 12 miliardi di euro (19 miliardi di dollari) all’anno e la ‘Ndrangheta 36 miliardi di euro all’anno (57,2 miliardi di dollari) all’anno, fondamentalmente esentasse. Un rapporto del 2008 dell’Eurispes calcola che le operazioni imprenditoriali della ‘Ndrangheta rappresentano il 2,9 per cento del PIL italiano, ovvero 44 miliardi di euro (70,8 miliardi di dollari) all’anno, l’equivalente del totale dei PIL dei paesi dell’UE che stanno fiorendo, Slovenia ed Estonia. Il sessantadue per cento di tale importo proviene dal traffico di droga. Uno studio del CENSIS stima che il crimine organizzato dreni annualmente 5,7 miliardi di euro dall’economia italiana e rappresenti una perdita del 2,5 per cento della crescita economica del Sud. La Guardia di Finanza italiana [ ? – ‘Treasury Police’ nell’originale, polizia fiscale – n.d.t.] ha stimato nel 2005 che i profitti realizzati dalle attività illecite (non tutte controllate da questi tre gruppi) sono compresi tra i 500 e i 1.000 miliardi di euro all’anno. L’ampio divario tra queste diverse stime è un’indicazione di quanto sia difficile calcolare i profitti e gli effetti del crimine organizzato in Italia. 3. (C) In aggiunta al sottrarre denaro agli altri, la Mafia è impegnata anche nella propria imprenditoria quando si tratta di contratti pubblici, specialmente nell’industria delle costruzioni. Nel caso di Cosa Nostra, ad esempio, le organizzazioni criminali, utilizzando denaro riciclato da altre attività illegali quali le estorsioni, trasformano imprese immobiliari private in monopoli controllati dalla mafia. Mediante un sistema di rotazione programmata, tutte le NAPOLI 00000037 002.2 DI 004 Società controllate dalla Mafia si assicurano contratti offrendo solo sconti minimi; i lucrosi profitti consentono ai vincitori dei contratti di distribuire grosse tangenti sia alla Mafia sia ai politici e ai pubblici funzionari corrotti che li hanno agevolati. Mediante queste operazioni, miliardi di euro dal governo centrale e dai fondi europei per lo sviluppo sono finiti nelle mani del crimine organizzato. Lorenzo Diana, un ex senatore ed ex capo dell’unità antimafia del partito della Sinistra Democratica,[Sic – partito democratico – n.d.t.] asserisce credibilmente che la maggior parte dell’autostrada da Napoli a Reggio Calabria è stata costruita – usando metodi e materiali inferiori agli standard – dai clan della Camorra e della ‘Ndrangheta. Secondo Vincenzo Macri, un vice procuratore antimafia il proposto ponte sullo Stretto di Messina (che collegherebbe la Sicilia alla terraferma) è un’altra miniera d’oro all’orizzonte per il crimine organizzato. Anche se i sindacati del crimine sarebbe coinvolti solo marginalmente nella progettazione, la fase di realizzazione offrirà miliardi di euro di contratti e subappalti per la costruzioni, i materiali, i servizi e altre forme di quella che egli definisce “indifferenza”. 4. (C) I prezzi della maggior parte dei beni e dei servizi in Italia meridionale sono dovunque tra il tre e il cinque per cento più elevati di quanto sarebbero in assenza del crimine organizzato, secondo molte fonti. Giuseppe Gennaro, un procuratore antimafia di Catania, Sicilia, ci dice che Cosa Nostra incassa una “tassa” dal due al tre per cento sulla maggior parte delle transazioni in Sicilia. A Reggio Calabria il prefetto Salvatore Montanaro dice che dal 70 all’80 per cento delle imprese della sua provincia pagano una ‘protezione’; stime per la Sicilia sono simili, mentre circa il 40 per cento delle imprese della Sicilia e della Puglia subiscono estorsioni. SOS Impresa, un’associazione antiracket, stima che i costi a carico dei commercianti correlati alla mafia siano annualmente di 30 miliardi di euro (47,7 miliardi di dollari), compresi 12 miliardi provenienti dall’usura, 11 miliardi da contratti soggetti a brogli e 6 miliardi dalla estorsioni. I “compensi” per la protezione variano da 100 a 500 euro al mese per le piccole attività e arrivano a 10.000 euro al me se per i cantieri edili. Coloro che rifiutano di pagare sono minacciati, molestati e a volte aggrediti o uccisi, oppure le loro aziende vengono incendiate. Secondo lo studio della fondazione Chinnici, tuttavia, coloro che effettivamente pagano non sono per questo più al sicuro. Una vittima di estorsioni a lungo termine ha affermato che i suoi pagamenti “non hanno avuto benefici concreti, in termini di sicurezza o di crescita degli affari”. Un altro ha definito la cosa “una situazione che uccide la libertà, l’insulto peggiore, un attacco alla tua stessa esistenza … come prenderti a calci in faccia.” 5.(C) Quanto precede non sta a significare che le distorsioni del mercato aumentino sempre i prezzi. Secondo Roberto Saviano, autore di un libro best-seller sulla Camorra, le aziende possono risparmiare fino all’ottanta per cento del costo dello smaltimento legale dei rifiuti tossici ricorrendo alla Camorra perché se ne occupi clandestinamente. Ciò rende molte imprese (praticamente tutte quelle che sono localizzate in Italia settentrionale) più competitive, ma a un costo ambientale tremendo (il cui peso maggiore viene sostenuto dai residenti nel Sud, dove vanno a finire i rifiuti). Secondo l’ex parlamentare Isaia Sales, un esperto che ha scritto sue libri sulla Camorra, il crimine organizzato talvolta abbassa anche i prezzi dei prodotti agricoli e alimentari, per favorire certi imprenditori che sono in grado di produrre con maggiore efficienza grazie all’aumento del giro d’affari. La Camorra abbassa anche i valori degli immobili, forzando i proprietari, attraverso l’intimidazione, a vendere a prezzi ridicolmente bassi. Analogamente ai traffici in rifiuti tossici per ridurre i costi delle imprese del Nord Italia, la ‘Ndrangheta (secondo Mario Spagnuolo, procuratore antimafia di Catanzaro) gestisce flussi illegali di immigrati che forniscono lavoratori stranieri ai datori di lavoro calabresi a soli 20-30 euro al giorno, abbassando così il costo della manodopera per alcune imprese. Spagnolo dice anche che la ‘Ndrangheta ha così snellito il mercato delle armi (il traffico, ad esempio, dei resti della guerra in Bosnia) che si può acquistare un mitragliatore da assalto Kalashnikov a un terzo del prezzo di una pistola acquistata legalmente. NAPOLI 00000037 003.2 DI 004 Costi ambientali e sanitari —————————— 6. (U) Gli effetti sull’ambiente e la salute sono sconvolgenti. Saviano a detto in una recente intervista che la Camorra ha incassato sei miliardi di euro in due anni dal trattamento di rifiuti tossici. “Vengono acquistati terreni agricoli a prezzi estremamente bassi e vengono trasformati in discariche illegali … Il tipo di rifiuti che vi vengono scaricati è di ogni genere: fusti di vernice, inchiostri per stampanti, scheletri umani, panni usati per pulire le mammelle delle mucche, zinco, arsenico e i residui della chimica industriale.” Le autorità hanno scoperto nei dintorni di Napoli nel febbraio 2008 una discarica traboccante di rifiuti ospedalieri, comprese siringhe usate, migliaia di fiale di campioni di sangue e un embrione umano. Anche le discariche legali sono state utilizzate per scarichi illegali, una delle ragioni per cui sono ora sature, il che ha portato ha una crisi del trattamento dei rifiuti in gran parte della regione Campania (rif. B). Nel 2006 l’Organizzazione Mondiale della Sanità ha rilevato percentuali di cancro allo stomaco, al fegato, ai reni, ai polmoni e al pancreas dodici volte più elevati della media nazionale in aree appena a nord di Napoli dove la Camorra ha scaricato migliaia di camion di rifiuti tossici. I costi ambientali del crimine organizzato potranno non essere mai calcolabili e il costo complessivo in termini di patologie e mortalità umane e animale non può essere quantificato. 7. (U) L’impatto ambientale del crimine organizzato si estende alle frodi alimentari e la Campania è alla testa del paese in questo settore. Secondo esperti della polizia la Camorra gestisce un numero stimato di 2.000 panifici illegali (due terzi del totale regionale) utilizzando farina scaduta e forni che emettono fumi tossici (il “legno” proviene a volte da vecchie porte coperte di vernice). Caserta ha caseifici illegali che mischiano il latte di bufala con latte in polvere proveniente dalla Bolivia, tagliando di un terzo i costi al dettaglio della mozzarella; usano anche calce per “conservare” più a lungo la ricotta. Secondo un Comandante dei Carabinieri di Napoli l’attività più fiorente è il riciclaggio di prodotti scaduti. La Camorra ‘legalizza’ anche prodotti illegali di bassa qualità aggiungendovi l’etichetta ‘prodotto in Calabria’, dalle mele contaminate da pesticidi della Moldavia al sale industriale del Marocco infestato dall’ E.coli [Escherichia Coli, ceppo di batteri responsabili di molte patologie umane intestinali ed extraintestinali anche gravissime (colera, meningite) – n.d.t.]. Il crimine organizzato è anche pesantemente implicato in violazioni dei diritti d’autore, da false borse di grandi firme a DVD contraffatti; le autorità siciliane hanno persino scoperto recentemente diverse officine in cui venivano prodotte false Ferrari. Creazione del Caos ————– 8. (C) Il crimine organizzato ha effetti insidiosi anche sul panorama urbano. Giap Parini, un ricercatore che si è incontrato con noi all’Università della Calabria a Cosenza, afferma che è sbagliato pensare che le cittadine infestate dalla mafia siano povere; al contrario, possono essere abitate da ricchi boss. Dietro le pareti esterne cadenti vi sono rubinetti d’oro e bagni di marmo. No, la principale caratteristica di una cittadina di mafia, sostiene Parini, è il caos. Espansione illegale, costruzioni illegali, mancanza di spazi verdi, mancanza di pianificazione urbana, lavori pubblici incompleti, infrastrutture inadeguate, bassi livelli di istruzione e una generale inefficienza dell’amministrazione sono tutti segnali della presenza del crimine organizzato. I sindaci che cercano di installare l’illuminazione in aree pubbliche spesso trovano le lampadine rotte nel giro di un giorno, in quanto l’illuminazione stradale non va bene per lo smercio della droga. Il procuratore di Napoli, GianDomenico Lepore afferma che i politici e i cittadini non si rendono conto del gravame che il crimine organizzato rappresenta per l’economia: “Non c’è sviluppo qui.” In effetti la Camorra ha realizzato enormi profitti nei primi anni ’80 costruendo abitazioni pubbliche a Napoli dopo un grande terremoto; oggi questi quartieri sono caratterizzati da grattacieli di cemento che si sgretola e dall’assenza di piazze, negozi, parchi e alberi. 9. (C) Ironicamente, secondo il sociologo dell’Università della Calabria professor Pietro Fantozzi, ci sono più NAPOLI 00000037 004.2 DI 004 mega centri commerciali procapite nella Calabria funestata dalla povertà che nella prospera area metropolitana di Milano. In tutto il sud Italia alle uscite dell’autostrada vi sono file di concessionarie di auto di lusso, di negozi di arredamento costoso e ostentate ville neoclassiche, fantasie che la gente comune (circa un terzo della quale vive a livello di povertà o sotto di esso) può solo sognare. 10. (SBU) Commento: Si mettano insieme tutti questi fattori e diventa chiaro che il crimine organizzato è una delle maggiori ragioni, se non la principale, dell’arresto economico del Sud sino ad oggi rispetto al resto del paese e una delle cause maggiori della posizione della crescita italiana in coda al resto d’Europa. Il crimine organizzato tiene lontani gli investitori e garantisce che le piccole attività non possano ingrandirsi, il che a sua volta perpetua l’alto tasso di disoccupazione (in media il 20 per cento al Sud e il 35 per cento nel caso dei giovani). Le estorsioni e l’imposizione di fornitori associati alla mafia rendono molte attività non redditizie; gli imprenditori devono compensare ciò elevando i prezzi e/o non pagando le tasse. I tentativi del governo o dell’Unione Europea di stimolare lo sviluppo del Sud sono frustrati dalla corruzione gestita dalla mafia e dai brogli criminali relativi agli appalti e subappalti. Le attività legittime sono compromesse anche dalla produzione e distribuzione di prodotti piratati e contraffatti gestite dalla mafia. Lo sviluppo creerebbe un’alternativa al crimine organizzato che metterebbe fuori gioco questi professionisti e dunque è interesse della mafia ritardare lo sviluppo economico e sociale. Non sorprendentemente uno studio pubblicato nel gennaio 2008 da ricercatori dell’Università della Magna Grecia di Catanzaro e di quella Federico II di Napoli hanno dimostrato che la presenza del crimine organizzato è un forte disincentivo per gli investitori stranieri. Mentre le imprese create dagli USA nel Sud (la maggior parte delle quali sono di dimensioni relativamente grandi) non hanno lamentato con il Console Generale di Napoli l’ingerenza del crimine organizzato, innumerevoli investitori potenziali hanno espresso al nostro Servizio Commerciale la loro riluttanza a investire per timore della mafia. L’Italia meridionale ha minori investimenti USA rispetto al resto del paese. Alla fine i costi del crimine organizzato sono avvertiti direttamente o indirettamente da ogni cittadino italiano. Mentre il problema potrebbe sembrare ingestibile, il terzo e quarto dispaccio di questa serie esaminerà il modo in cui l’Italia e gli Stati Uniti possono contrastare con successo il crimine organizzato. Fine commento. TRUHN “Traduzione a cura di znetitaly”