PROCESSO DIAZ - La sentenza

13.8 Ricostruzione dei fatti > > > > > > > > > | 1 | 2 | 3 | 4 | 5 | 6 | 7 | 8 | 9 |

Redazione atti di perquisizione e di arresto

Dopo il trasferimento dei reperti presso i locali della Questura, ne inizia la catalogazione e nello stesso tempo inizia altresì la redazione dei verbali di perquisizione e sequestro e di arresto nonché della notizia di reato da trasmettere alla Procura.
L’imputato Dominici riferisce in proposito: “… Mortola mi riferì che il dr. Caldarozzi per redigere il verbale di arresto aveva mandato a Bolzaneto Ciccimarra, Gava e Ferri, i quali avevano bisogno di notizie sulle persone portate agli ospedali. Gli agenti della Digos e dello SCO nel frattempo stavano redigendo i verbali di perquisizione negli uffici della Digos e vi era anche il problema di redigere la notizia di reato da trasmettere al magistrato; telefonai quindi al dr. Schettini dicendogli di preparare insieme al dr. Gallo la notizia di reato, rivolgendosi per redigerla alle persone che materialmente avevano partecipato all’operazione”.
Tali operazioni sono descritte dai testi Gallo [50], Schettini [51], Conte [52] e Riccitelli [53].
Il teste Salvemini ha dichiarato:
“Abbiamo identificato i nove firmatari del verbale di perquisizione e sequestro: Panzieri, Nucera, Gava, Ferri, Aniceto, Cerchi, Di Novi, Mazzoni e Di Bernardini. Gli stessi sottoscrivono anche il verbale di arresto: sono state identificate altre cinque firme, Mortola, Dominici, Di Sarro, Caldarozzi e Ciccimarra, mentre resta non identificata la quindicesima”.
Il compito di redigere materialmente la notizia di reato venne dunque affidato dal dr. Dominici a Gallo e Schettini; gli imputati Ferri [54], Gava [55] e Ciccimarra [56] compilarono a  Bolzaneto il verbale di arresto mentre presso la Questura l’imputato Mazzoni [57] redigeva almeno in parte il verbale di perquisizione e sequestro.
La prima relazione circa l’operazione alla Diaz venne peraltro redatta poche ore dopo i fatti dal dr. Canterini, su richiesta dal dr. Gratteri, come da lui dichiarato all’udienza del 6/6/2007 [58].


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[50] “… In Questura vi erano numerosi operatori della Polizia e nei corridoi vidi diversi oggetti, zaini, vestiti ecc.; probabilmente come dichiarai a suo tempo vidi anche portarne all’interno alcuni; l’unica cosa che ricordo oggi è che il materiale veniva appoggiato nei corridoi e che la mole di tale materiale faceva pensare ad un’operazione di vaste dimensioni. Il dirigente della Digos, Mortola, mi incaricò di redigere la notizia di reato, ponendo in rilievo alcune fasi dell’operazione che mi riferiva. Mi venne anche detto di riferirmi ai vari operatori per ottenere le informazioni necessarie per la redazione della notizia di reato. Vi erano altri colleghi a Bolzaneto, che compilavano il verbale di arresto, tra questi mi pare vi fosse il dr. Ferri ed il dr. Gava. In Questura vi era un ispettore dello SCO, Mazzoni, incaricato di redigere il verbale di perquisizione e sequestro. Non si trattava di un compito semplice, attesa la mole delle informazioni e dei fatti da riferire; venni coadiuvato in tale compito dal dr. Schettini … La nostra prima preoccupazione era quella di informarci delle condizioni dei numerosi ricoverati. Parlai con l’Ass. Nucera, che era venuto in Questura, perché disse di essere stato colpito con un coltello, mostrando il corpetto che presentava un taglio; vi era anche il dr. Canterini. Nucera ci spiegò che era stata una situazione concitata. Non sono in grado di precisare se il Nucera aveva ancora indosso la giacca con il taglio ovvero se la mostrò soltanto. Mi preoccupai soltanto di sottoporre a sequestro la giacca. Dissi inoltre al Nucera di redigere un’annotazione descrivendo tutti i particolari  e tutto ciò che era avvenuto con la massima precisione. Vi era anche il suo capo-pattuglia, Panzieri ed il dr. Canterini. Sulla fase iniziale dell’operazione è stato il dr. Mortola a chiarirmi la situazione. Quanto da me riportato nella notizia di reato lo ricavai dalle notizie che mi fornivano coloro che stavano redigendo il verbale d’arresto. Delle molotov mi parlò il dr. Mortola. Mi preoccupai di farle spostare dal corridoio per riporle in un luogo più sicuro. Non ricordo chi mi riferì dove fossero state rinvenute. … I reati per i quali si procedeva all’arresto di coloro che si trovavano alla Diaz mi vennero indicati dai colleghi che stavano redigendo il verbale d’arresto, in particolare ricordo il dr. Ferri. Delle responsabilità individuali si parlò con Ferri e con Mazzoni, con Nucera. Le indicazioni di massima le ebbi da Mortola. Ricordo che con il dr. Di Sarro parlai il mattino successivo e gli dissi di leggere e controllare l’informativa di reato che avevo redatto, atteso che aveva partecipato all’operazione, ed egli la lesse e mi disse che andava bene. Non ricordo con precisione a che ora arrivò in Questura il dr. Di Sarro, certamente nella mattinata, potevano essere le dieci o le undici. Pensavo che il dr. Di Sarro fosse al corrente dello svolgimento dell’operazione, anche perché doveva firmare il verbale di arresto.
… Quando ricevetti l’incarico mi dissero che da un’altra parte procedevano per gli arresti; io mi posi il problema per il fatto di Nucera, circa la  mancata individuazione del suo aggressore e cercai di porlo agli altri. Sentii Canterini dire che per la resistenza vi era Nucera e i reperti in sequestro, per gli arresti per associazione a delinquere c’era Ferri, ecc. Ma poi quando sentii Nucera non si riuscì a chiarire il fatto. Mi tenni in termini generali nella CNR, sapendo che il mattino dopo sarebbe stata rivista dai funzionari. In relazione al ritrovamento delle molotov, io le vidi in questura con Mortola, mi disse che erano nella Diaz,  il luogo esatto del ritrovamento l’ho chiesto, ma non so dire chi me lo abbia riferito; abbiamo indicato il primo piano, abbiamo sbagliato, dato che nel verbale di perquisizione è indicato un altro luogo. Non chiesi chi le avesse trovate. Mazzoni stava redigendo il verbale di perquisizione e sequestro in Questura. Nell’informativa si fa riferimento al sequestro a Szabo Jonas di documenti, tra i quali un foglio manoscritto di istruzione per realizzare uno scudo per la manifestazione. Mi ricordo che mi hanno passato queste informazioni i colleghi che procedevano all’arresto. Con Schettini dissi che sarebbe stato opportuno un controllo sulle macchine della polizia oggetto di lanci, poi pensammo che altri lo avrebbero fatto. Quanto alle molotov, me le fece vedere Mortola; gli dissi che andavano messe in un luogo dove non passasse nessuno, non ricordo se vi era anche Schettini. Con Schettini ne ho parlato. Nel colloquio con Nucera lui appariva come un operatore che  aveva subito da poco l’aggressione. Gli dissi di essere molto chiaro nell’esporre  quanto gli era successo, che era il fatto più grave. Lui non aveva dimestichezza con l’attività di PG. Eravamo in contatto con i colleghi che stavano redigendo il verbale di arresto a Bolzaneto; ricevevamo informazioni da loro e trasmettevamo a loro quelle in nostro possesso. Naturalmente nessuno di noi verificava la fondatezza di quanto ci veniva riferito da altri funzionari di PG”.

[51] “… Mi sono occupato della redazione della notizia di reato insieme al collega Gallo … Verso l’una venni chiamato dal dr. Dominici che mi disse di andare in Questura per redigere alcuni atti. In Questura vi era una gran confusione; vi erano moltissimi oggetti ammassati nei corridoi al secondo piano; mi dissero che vi era stata una perquisizione nel complesso scolastico Diaz e che erano stati trovati gli oggetti che avevo visto ammassati; vi erano mazze, indumenti, assi di legno, maglioni, striscioni con scritte, caschi, maschere antigas ecc. All’epoca al secondo piano della Questura vi erano gli uffici del Questore e della Digos. Non ho contribuito personalmente alla repertazione; vi era il personale addetto, tra cui tra cui Prisco Riccardo. Il mio compito non fu facile perché dovevo ricostruire i fatti pur non avendovi partecipato, basandomi sulle relazioni di altri.  Il dr. Dominici mi chiamò perché probabilmente, data la massa di atti da redigere, dessi una mano ai colleghi. Non sono in grado di precisare le fonti a cui feci riferimento per redigere la notizia di reato; certamente la prima fu lo stesso dr. Dominici; la redazione continuò praticamente durante tutta la notte, anche perché giungevano continuamente nuove notizie. Mi dissero che era stata disposta la perquisizione in seguito all’aggressione subita da una pattuglia che era transitata davanti alla scuola; che vi era stata resistenza per opporsi all’ingresso delle forze dell’ordine; che erano stati trovati oggetti vari che confermavano la presenza nella scuola di soggetti dell’antagonismo. Il mio referente principale era il dr. Dominici; c’era anche il dr. Mortola; i miei ricordi sono ormai piuttosto scarsi; ricordo che quella notte il mio primo interlocutore fu il dr. Dominici; oggi non sono in grado di ricordare se il dr. Mortola mi diede informazioni maggiori di quelle riferite dal dr. Dominici. Mi venne detto che le persone trovate all’interno della Diaz erano in stato di arresto per i reati di resistenza, lesioni, e probabilmente di altri di cui non ricordo i titoli connessi con il ritrovamento degli oggetti sequestrati, che si trovavano in locali accessibili a tutti, cosicché la loro detenzione doveva essere attribuita a tutti. Per quanto riguarda le molotov non ricordo chi mi fornì le informazioni. I miei interlocutori in Questura furono anche il dr. Caldarozzi ed il dr. Grassi. I colleghi impegnati nel redigere i verbali d’arresto erano il dr. Ferri, il dr. Ciccimarra ed il dr. Gava. Quando arrivai in Questura vi erano moltissimi colleghi, poi durante la notte rimanemmo praticamente io e il collega Gallo. Vi furono contatti telefonici con chi stava a Bolzaneto e verbali con chi stava in questura, ma non ricordo funzionari che si occupassero di compilare il verbale di perquisizione e sequestro.  Terminai la relazione verso le 7 del mattino dopo; ricordo che c’era luce. A fine stesura della nostra relazione la compilazione degli altri atti doveva essere già esaurita, lasciammo la comunicazione ai dirigenti, Dominici e Mortola, che la lessero davanti a noi e la firmarono.  Non ricordo se Mortola e Dominici abbiano letto con maggiore attenzione il punto della relazione in cui si parlava dell’ubicazione delle molotov. Non ricordo chi abbia dato l’informazione circa il luogo di ubicazione delle molotov; io le bottiglie non le ho nemmeno viste e non ricordo se chiesi chi le avesse trovate. Dovevo solo fare una relazione di sintesi di quanto scritto e fatto da altri, sono stato un amanuense che chiedeva informazioni in modo sintetico. Fu una nostra perplessità quella di attribuire  una enorme massa di oggetti indistintamente  a 93 persone. Avrò chiesto a Mortola e Dominici  come fare; ci venne  detto di attribuirle a tutti, ma non so dire in questo momento chi me lo disse, se loro o altri. Quella notte in Questura vi erano centinaia di operatori che entravano e uscivano, io prendevo informazioni  da chi aveva partecipato all’operazione. Circa l’aggressione ci venne  detto che uno degli agenti che realizzarono l’incursione alla Diaz venne colpito da uno degli occupanti con un coltello e che grazie al giubbotto non fu attinto al corpo. Ci dissero che la persona era stata inizialmente fermata e poi si era confusa tra i presenti  alla Diaz e quindi non si sapeva più chi era stato l’autore del fatto. Vi era quella sera l’agente che aveva subito l’aggressione. Noi allegammo anche una sua relazione e quella di un ispettore vicino a lui. Non ricordo se parlammo della divergenza tra quello che vi era scritto nella relazione e quello che era riportato nel verbale di sequestro in relazione al luogo di ritrovamento delle molotov. Qualcuno ci avrà detto che erano al primo piano se lo abbiamo scritto, ma non so chi. Venni poi incaricato dal dr. Lalla di seguire le indagini successive perché nel verbale di sequestro apparivano oggetti che non risultavano in sequestro e tra tale materiale vi erano oggetti non indicati nel verbale di sequestro. Ero stato chiamato io a redigere la CNR perché ero una delle persone  più fresche in quel momento rispetto a chi aveva già lavorato. Molte volte la redazione delle CNR è affidata a persone che non hanno partecipato ai fatti. Nelle operazioni di ampio respiro solitamente chi redige la comunicazione ha partecipato all’attività. Il fatto delle  bottiglie molotov era un elemento molto importante. Sicuramente abbiamo chiesto dove fossero state trovate e in che condizioni, ma non vi era nessuno che poteva darci dettagli sul punto. Nei giorni successivi avrò avuto la curiosità di sapere  chi li avesse trovate, ma non ebbi modo di apprenderlo. Di norma nella CNR si indica chi ha trovato la cosa sequestrata e dove”.

[52] “… Rientrato in Questura mi pare che o il dr. Caldarozzi o il dr, Grassi mi disse di andare nei locali della Digos per dare una mano, Iniziammo così a catalogare i reperti; c’erano l’Ispettore Massimo Mazzoni, del servizio centrale operativo, l’Ispettore Riccitelli Mauro Ubaldo, Adriano Callini, sempre del servizio centrale operativo, l’Ispettore Ippolito Santo, sempre del servizio centrale operativo, altro personale della Digos che era lì negli uffici e un funzionario di cui non ricordo il nome, di media statura anzi un po’ più basso della media, che trattava con Mazzoni. Vi erano magliette nere, alcuni zaini, fotocamere...”.

[53] “… L’Isp. Mazzoni mi disse poi che dovevamo recarci nei locali della Digos per dare una mano; nel corridoio vidi lo striscione con i reperti della Diaz; non vidi bottiglie molotov. Iniziammo quindi a classificare i reperti, dividendoli per categorie: coltelli, mascherine, videocassette ecc. L’operazione di classificazione poi si interruppe perché intervenne la scientifica e noi ritenemmo quindi opportuno allontanarci. Restammo fino alle sette - otto circa del mattino”.

[54] “… Ho proceduto alla materiale redazione del verbale di arresto presso la struttura di Bolzaneto insieme al dott. Ciccimarra, Gava, mentre Di Bernardini è andato via dopo poco; ricordo che avevo contatti con la Digos sia attraverso l’utenza fissa degli uffici di Bolzaneto che attraverso fax ed utenze cellulari; ne avevo due in uso quella notte …; le fonti che ho utilizzato per la redazione del verbale erano le relazioni di servizio del personale che aveva partecipato alle operazioni, come quella del dott. Canterini; ricordo che la redazione dell’informativa della notizia di reato, quella che risulta a firma del dott. Dominici e Mortola, veniva redatta dal dott. Schettini e dal dott. Gallo. Al termine della redazione degli atti portai la minuta su dischetto in questura dove credo vennero anche apportate della correzioni, non so da chi, quando firmai rilessi i verbali, anche se ero stanco e quindi forse distrattamente … non so indicare la persona o le persone che hanno indicato chi dovesse sottoscrivere i verbali di perquisizione e di arresto; io ho detto ai miei uomini di sottoscrivere anche loro i verbali, avendo comunque partecipato alle operazioni nel loro complesso. …  Ricordo che condivisi la prospettazione dell’ipotesi di reato associativa e che in tale parte del verbale di arresto deve individuarsi il mio contributo; credo che tale prospettazione fosse condivisa anche dal dott. Caldarozzi” (int. 20/9/2002)

[55] “… Con il dott. Ciccimarra ho avuto l’incarico di recarmi a Bolzaneto assieme al dott. Ferri per la stesura del verbale d’arresto. A Bolzaneto mi pare che abbiamo trovato già il dott. Di Bernardini, che doveva redigere una sua relazione di servizio sull’episodio di aggressione alla pattuglia da lui comandata che aveva dato luogo alla successiva operazione di perquisizione. Preciso subito che il dott. Di Bernardini, dopo aver steso tale relazione si è allontanato. Con gli altri colleghi abbiamo pertanto iniziato la stesura del verbale e come menzionato nell’atto stesso l’orario era quello delle 03.00 del 22 … Avevamo a disposizione alcune relazioni, quella del dott. Canterini, dell’agente accoltellato, quella del dott. Di Bernardini e per il resto le informazioni le raccoglieva il dott. Ferri, tenendosi in stretto contatto con gli uffici della Questura. Mi dispiace ma non sono in grado di indicare con quali persone e colleghi parlasse di volta in volta il dott. Ferri … Effettivamente non ricordo se tali relazioni siano giunte a Bolzaneto; tenete presente che poi ci siamo a nostra volta recati in questura dove il verbale è stato chiuso nel primo pomeriggio … Io posso soltanto riferire qual era la mia posizione; io non potevo esimermi dal dare il mio contributo e come più volte ribadito, dovevo necessariamente basarmi sulle dichiarazioni altrui che provenendo da colleghi non potevo metter in discussione … Ho firmato i verbali ritenendolo mio compito; in particolare quanto al verbale di perquisizione, ritenevo di averne titolo avendo provveduto alla identificazione degli arrestati nei cui confronti l’atto era stato eseguito …  ho firmato nel corridoio, non ricordo se nei pressi degli uffici della Mobile o della Digos, né ricordo chi mi abbia fatto firmare” (int. 15/11/2002).

[56] “… Sono tra i firmatari del verbale di arresto, che materialmente è stato redatto da me e dai colleghi GAVA e FERRI. Alla base degli elementi evidenziati nel predetto verbale c’era la relazione del Dr. CANTERINI e c’era la dichiarazione dell’Ag. NUCERA, oltre agli esiti della perquisizione. Nel  verbale di arresto si fa riferimento anche alle dirette percezioni degli operanti, fra cui il sottoscritto”.

[57] “… Rientrato in Questura, negli Uffici della Squadra Mobile il dott. Dominici o un altro funzionario mi disse di dare una mano alla repertazione e all’inventario degli oggetti sequestrati, che si trovavano negli Uffici della DIGOS. Scesi infatti al piano di sotto e notai tutti gli oggetti in sequestro in un corridoio, mi offrii di collaborare come mi era stato richiesto. Ricordo un funzionario, il dott. Gallo, che mi disse di iniziare a stendere un verbale di perquisizione; eravamo insieme in una stanza degli Uffici Digos. Ho iniziato a stendere il verbale, ma mi sono limitato  a stendere la parte relativa all’elenco degli oggetti … Non ricordo altri particolari , anche perché io mi sono allontanato verso le 10.30 di mattina e sono ritornato nel primo pomeriggio, quando ho firmato il verbale che era già stampato. Non posso escludere che qualcun altro lo abbia integrato. Ad esempio, io non ho certo inserito l’elenco dei nominativi degli arrestati  e gli orari che compaiono nel verbale. PM: Comunque Lei ha passato tutta la notte in quell’ufficio con i compito di redigere il verbale, quando si è allontanato si deve presumere che ,quantomeno a livello di bozza, in tutte le sue parti, lo avesse terminato. R: In questo senso sì, lo confermo,ma come ho detto non posso escludere aggiunte … Preciso che nella stanza entravano e uscivano anche molti funzionari, ricordo che ad un certo punto funzionari UCIGOS e DIGOS stavano leggendo i manoscritti in inglese sequestrati e di cui è menzione nel verbale, ma non ricordo i loro nomi. PM: L’ha scritta lei la parte relativa alle molotov, come mai sono gli unici oggetti che sono localizzati quanto a rinvenimento nell’edificio? Chi le ha fornito tali informazioni? R: per quanto ho detto non potevo averne avuto notizia diretta ,pertanto me l’hanno riferita la circostanza del ritrovamento in un determinato luogo. Non ricordo se posso averla scritta sotto dettatura o semplicemente per riferimento da parte di altri. Non sono in grado di fare nomi. Posso aggiungere che delle molotov io ho genericamente appreso, come da un “ tam tam”  mentre ero ancora alla scuola, non ricordo se dentro o fuori nel cortile, così come ho appreso in tale modo anche la notizia del tentativo di ferimento del collega del Reparto Mobile, ma le molotov le ho viste fisicamente solo il mattino dopo, tanto è vero che non le descrivo come oggetti nel dettaglio a verbale” (int. 6/2/2003).    

[58] “… Riconosco la relazione, datata 21/7/2001, a mia firma, che mi viene mostrata, indirizzata al Questore circa la perquisizione alla scuola Diaz. Tale relazione mi venne chiesta subito dopo il servizio; è molto sintetica ed in pratica è quella che si chiama ‘due righe al Questore’. Riferisce quanto avevo visto: il cancello chiuso con una catena; gli ingressi sbarrati e gli oggetti che durante l’ingresso ci sono piovuti addosso. Vi sono descritte anche le mie sensazioni, che non sono invenzioni, ma dipendenti da elementi concreti. Nella relazione ho attestato che vi era un forte contrasto tra gli agenti e gli occupanti; pur non avendo avuto visione di azioni dirette, sono cose che ho potuto constatare; è frutto di una logica deduzione, non di visione diretta. Sono giunto a questa deduzione perché abbiamo incontrato resistenza, avendo dovuto superare cancelli chiusi e accessi sbarrati. Quando sono entrato dopo i miei uomini, dopo aver visto e sentito cadere roba dall’alto, ho visto da una parte spranghe e oggetti contundenti tra cui una mazza, ho visto persone ferite addossate al muro e  alcuni  dei miei contusi; ho dedotto quindi logicamente che vi fosse stato contatto fisico.  Ero sul posto e quello che vedevo mi convinceva di quanto ho scritto nella relazione. Oltre all’agente Nucera, che mi aveva detto di aver subito una coltellata, non ho parlato specificamente con funzionari, ma ho raccolto quanto dicevano gli operatori nel cortile … Nella mia prima relazione mi sono limitato a dire al Questore quello che avevo visto o che avevo ritenuto fosse accaduto; non dovevo riferire tutti i particolari né dovevo informarmi di tutto. Ricevetti una telefonata dopo circa due ore dal termine del servizio dal dr. Gratteri che mi chiese di passare in Questura, prima di partire per Roma, per scrivere due righe al Questore su quanto accaduto”.